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…con Michele Santoni

…con Michele SantoniTUTTO mercato WEB
sabato 29 aprile 2023, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo

Un italiano all’estero. In Olanda, sognando il ritorno in patria. “Noi italiani siamo bravi a piangerci addosso o a vedere più verde il giardino del vicino, poi ci si accorge che altrove non è tanto meglio. Qui in Olanda ci sono tanti aspetti positivi, ma mi mancano alcune cose dell’Italia”. Così a Tuttomercatoweb l’allenatore del Dordrecht, Michele Santoni.

Un bilancio della sua esperienza?
“A livello strutturale non siamo un grande club. Anzi, siamo il più piccolo della B olandese. Quando fai un ottimo ritorno ti portano via i migliori giocatori, noi ne abbiamo venduti quattro. E quando ricominci devi inventarti qualcosa. Nel girone d’andata siamo riusciti a mettere in piedi una rosa competitiva. A dicembre eravamo in zona playoff, poi abbiamo venduto il nostro giocatore più prolifico: da un certo punto di vista significa che lavori bene, dall’altro ci siamo trovati in un grosso problema perché il nostro modo di giocare era incentrato su di lui. Oggi stiamo uscendo un po’ dalla crisi, siamo tornati al 4-3-3 e abbiamo dovuto migliorare il nostro possesso palla. Ci stiamo focalizzando sulla prossima stagione, quando collaboreremo con un grande club”.

In Olanda brilla poco Lucca, che probabilmente l’Ajax non riscatterà.
“Ho anche io due ragazzi italiani nel mio gruppo. Ci si dimentica che qui è diverso. Già quando vai in prestito con diritto di riscatto il progetto nasce male. Se credi in un ragazzo devi mettere in preventivo che ci vogliono due anni per integrarsi. Ai centravanti vengono chieste cose diverse. In Italia il centravanti deve fare gol, qui viene richiesto di giocare negli spazi brevi e di essere un punto di riferimento per la manovra. Poi è arrivato in un anno complicato per l’Ajax. Però nella seconda squadra ha fatto vedere di avere delle qualità”.

E leí? Ci pensa al ritorno in Italia? Oggi ha più esperienza rispetto a quando allenava le giovanili della Lazio…
“Sicuramente si. Ho fatto più di centoventi panchine in B in Olanda, un’esperienza più che ottima. Ci saranno sempre gli scettici che diranno che il calcio italiano è diverso… ma l’esperienza che ho fatto qui è unica”.

Il suo modello?
“Ho avuto la fortuna di fare il master con De Zerbi con cui sono molto in contatto. Due miei amici sono andati con lui, Maldera e Dibaudi. Fa un calcio più vicino a quello olandese che a quello italiano. Vedere giocare il Brighton è fonte di ispirazione”.

Miceli e Samuele Longo rimarranno?
“Non prolungheremo il contratto di nessuno dei due. Sono sicuro che l’esperienza olandese aiuterà molto Alessio (Miceli, ndr) in futuro: tanti direttori sportivi italiani dovrebbero seguirlo attentamente. È venuto qui che era il classico centrocampista italiano, qui si è adattato ad un calcio di possesso. E può essere una pedina importante. Poi è un uomo squadra, se fosse stato per me lo avrei tenuto”.

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