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Giacomo Modica fa la storia a Malta: "Qui le soddisfazioni che non ho potuto prendermi in Italia"

Giacomo Modica fa la storia a Malta: "Qui le soddisfazioni che non ho potuto prendermi in Italia"TUTTO mercato WEB
Gaetano Mocciaro
Oggi alle 19:26Calcio estero
Gaetano Mocciaro

Il calcio maltese è entrato nella storia. Per la prima volta una squadra del piccolo arcipelago del Mediterraneo ha vinto una partita del tabellone principale di un torneo europeo. Parliamo dell'Hamrun Spartans che ha vinto in Conference League contro i gibilterriani del Lincoln per 3-1. Regista dell'impresa un tecnico italiano, Giacomo Modica, arrivato a Malta proprio questa estate. E che è riuscito in un colpo solo a qualificare la squadra nella League Phase della terza competizione continentale (mai successo prima a una maltese), partendo dai preliminari di Champions. Siciliano di Mazara del Vallo, allievo di Zdenek Zeman, Modica dopo una vita spesa come assistente del tecnico boemo ha allenato per anni in Serie C con l'ultima esperienza al Messina. Ad Hamrun ha conosciuto una nuova dimensione, che gli ha offerto il palcoscenico internazionale. E che gli sta dando grandi soddisfazioni. E si racconta ai microfoni di Tuttomercatoweb:

Giacomo Modica, come ci si sente il giorno dopo questa impresa?
"Un po' più leggero (ride, ndr). Siamo tutti molto contenti per quello che abbiamo fatto perché nessuna maltese prima di noi aveva partecipato a un girone di Conference. Vincere una partita è stato il passo successivo, il nuovo obiettivo una volta entrati nei 36. Eravamo ancora a zero punti, ma immeritatamente. Questo successo premia un lavoro straordinario".

Primi tre punti in cascina, ora lo Shakhtar e il più abbordabile Shamrock Rovers
"La matematica ancora non ci condanna, possiamo ancora coltivare un sogno molto grande. Dall'altra parte siamo realisti, abbiamo due partite molto impegnative, tra cui una super impegnativa contro lo Shakhtar ma una vita di calcio mi ha insegnato che nulla è proibitivo. Del resto siamo arrivati qua e nessuno se lo aspettava. Abbiamo l'obbligo di provarci, in tutte le maniere".

Dove collochiamo questa impresa nella sua carriera?
"Sicuramente a livello sportivo è una delle pagine più belle. Avere avuto la possibilità di confrontarsi con squadre come la Dinamo Kiev, il Maccabi Tel Aviv e fra poco avremo lo Shakhtar è qualcosa di bello, sei curioso di capire se sei all'altezza o meno. Già arrivare a giocartela è un motivo di grande orgoglio. Poi non nascondo che sentire la musichetta della Conference sia emozionante. Sono consapevole che per una squadra maltese vincere una partita sia stato qualcosa di grandioso, da parte mia me la godo pur vivendo questo momento con sano realismo".

L'ultima esperienza prima di Malta è stata a Messina
"Il primo anno è stato bello, abbiamo fatto un calcio positivo, propositivo e importante, peraltro spendendo molto meno di molte squadre e nonostante ciò abbiamo rischiato di andare ai playoff. Poi nel corso del biennio sono emerse delle difficoltà che la società ha incontrato, abbiamo vissuto situazioni anche inaccettabili, come girare per cercare i campi di allenamento. È stato un percorso formativo ma stressante, tanto che ho avuto una paresi temporanea da stress. Ma il passato è passato, ci sono cose che vanno a lieto fine e sono felice di essere a Malta".

Cosa ha pensato quando gli si è presentata l'opportunità di allenare a Malta?
"Anzitutto ringrazio la società che mi ha voluto fortemente. Quando è uscita questa possibilità ho preso del tempo perché la vedevo come tanti in Italia dove Malta viene visto come un campionato anomalo, diciamo. Ma mi allettava l'idea di fare i preliminari di Champions League e a 61 anni volevo provare l'esperienza. Mi ci sono tuffato e sono felice di averlo fatto. Il calcio mi sta regalando soddisfazioni che non ho potuto prendermi in Italia".

Da qualche anno gli allenatori italiani preferiscono emigrare invece che allenare in C
"Sono convinto che se hai passione e voglia, alla fine i campi sono uguali dappertutto. Cambia magari la qualità e l'organizzazione. Sono felice e mi rende orgoglioso il fatto che insieme ai ragazzi e lo staff stiamo dando un contributo al calcio maltese. E visti i problemi che ci sono nella Serie C italiana, tolti alcuni club, a un certo punto uno si chiede: ma chi me lo fa fare? Per questo mi sento di consigliare a tutti la scelta che ho fatto".

Il livello qualitativo a Malta com'è?
"Io credo che togliendo le big, poi il livello della Serie C italiana non sia superiore a quello della Premier League maltese".

Col senno di poi non ha pensato: "Potevo emigrare prima"?
"Prima ero felicemente innamorato di quello che mi 'passava il convento'. Ho fatto un percorso importante con Zdenek Zeman e poi ho allenato in C. Certamente, tolte alcune squadre, la C è una categoria in cui diverse società presentano grandi problemi. Si è visto l'anno scorso con Taranto e Turris e si è visto oggi col Rimini. Ci sono tante anomalie e a te non resta che adattarti. Ma resta il mio Paese e non è detto che non torni un giorno".

Intanto si gode il momento ad Hamrun
"Qui mi trovo divinamente, ho acquisito la stima da parte della società e del pubblico. Sono felice".

In squadra avete Ante Coric, grande promessa ai tempi della Dinamo che però si è persa a Roma
"Ante è un giocatore che tecnicamente non c'entra nulla col campionato maltese. Ha avuto tanti acciacchi in passato e un intervento importante, ma che ha superato brillantemente e se ritrova la condizione fisica può dare ancora molto al calcio. È ancora giovane, è un talento puro, deve solo ritrovare se stesso".

Se le dico Zdenek Zeman, cosa mi risponde?
"Potrei riassumere semplicemente con: 'Zeman per me è stato tutto'. A livello educativo, sportivo, di crescita umana. L'ho conosciuto a 16 anni e mezzo, gli devo tutto e se siamo amici da una vita un motivo ci sarà".

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