Michel Platini e Sepp Blatter assolti definitivamente: l'accusa non ha presentato appello

È definitiva l’assoluzione di Michel Platini e Sepp Blatter nell’inchiesta per presunta frode, un processo - anche mediatico - che aveva frenato l’ascesa della leggenda francese, impedendogli di candidarsi alla presidenza della FIFA. Dopo l’assoluzione di primo grado nel 2022 e la conferma in appello a marzo 2025, il Pubblico Ministero ha deciso di non presentare ricorso, chiudendo così formalmente il caso.
Il procedimento, durato dieci anni e costellato di implicazioni politiche, era nato dall’accusa secondo cui i due avrebbero ottenuto illegalmente, a danno della FIFA, un pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri. La difesa e l’accusa concordavano sul fatto che il tre volte Pallone d’Oro fosse stato consigliere di Blatter tra il 1998 e il 2002, e che nel 1999 fosse stato firmato un contratto per una retribuzione annua di 300.000 franchi, pagata regolarmente dalla FIFA.
Secondo Platini e Blatter, la cifra richiesta nel 2011 rappresentava invece un accordo “tra gentiluomini”: un compenso annuo concordato verbalmente di un milione di franchi, non immediatamente corrisposto per vincoli finanziari della FIFA, ma legittimo. L’esplosione dello scandalo a metà 2015, subito dopo le dimissioni di Blatter travolto da altre situazioni, aveva impedito a Platini di candidarsi alla presidenza della FIFA, aprendo la strada a Gianni Infantino, allora suo braccio destro all’UEFA. Dopo la decisione definitiva, Platini ha commentato: "Sapevo che era una storia per impedirmi di diventare presidente della FIFA", aggiungendo tuttavia di sentirsi ormai troppo "anziano" per riprovarci.
