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Ziege, allenatore e ds in 3ª divisione austriaca: "Abbiamo anche tifosi italiani"

ESCLUSIVA TMW - Ziege, allenatore e ds in 3ª divisione austriaca: "Abbiamo anche tifosi italiani"
mercoledì 20 aprile 2022, 19:10Che fine ha fatto?
di Gaetano Mocciaro

Dopo le Baleari e la Thailandia, Christian Ziege ha scelto lo sfondo spettacolare delle Alpi per proseguire la sua carriera di allenatore. Alla quale si è aggiunta anche quella di direttore sportivo. È lui il totem del FC Pinzgau Saalfelden, squadra nata nel 2007 e che milita nella terza divisione austriaca. Una società che ha come caratteristica quella di coinvolgere i tifosi, che possono investire per acquistare delle quote. Ai microfoni di Tuttomercatoweb l'ex giocatore del Milan, campione d'Italia nel 1999, ci spiega la sua scelta:

Christian Ziege, oggi la ritroviamo in Austria al Saalfeden come allenatore e direttore sportivo. Cosa l'ha portata ad accettare questo progetto?
"Mi piacciono i progetti ambiziosi e qui ho trovato quello che cercavo, perché posso lavorare con tranquillità con la possibilità di costruire qualcosa. Non c'è stato un momento in cui non mi sia sentito a mio agio qui nel Pinzgau e nel club".

Sul sito ufficiale del club si legge che c'è l'opportunità di investire nel club, diventando proprietario non importa se sei ricco o no. Come funziona esattamente?
"Con il Fan Owned Club dell'FC Pinzgau Saalfelden, abbiamo una situazione molto speciale e la forza trainante del nostro progetto (https://wefunder.com/fanownedclub/buzz). In tutto il mondo, i tifosi possono acquistare azioni del club e sono investitori: stiamo avendo un'ottima risposta. Abbiamo anche molti sostenitori in Italia e ciò è fantastico. L'FC Pinzgau Saalfelden è cresciuto in molti settori, è diventato più professionale ed è stabile. Sarebbe fantastico se la nostra fanbase italiana crescesse in futuro".

Passando alla sua carriera di allenatore: recentemente hai allenato in Thailandia, al Ratchaburi. Che esperienza è stata?
"È un mondo completamente diverso laggiù, una mentalità diversa ovviamente. Tra le cose più curiose ricordo il fatto che appena arrivato mi dissero che non potevamo allenarci al mattino, perché semplicemente non si fa, pertanto ho diretto solo sessioni serali...".

Spagna, Thailandia, Austria: Lei ha allenato in tre paesi diversi rispetto a quelli in cui hai giocato. È un caso o semplice voglia di provare esperienze nuove?
"Nella mia carriera da giocatore e allenatore ho sempre avuto una forte volontà: quella di giocare in Italia. Perché amo questo Paese, la sua mentalità, le persone, il cibo. Sono riuscito a realizzare questo desiderio giocando per il Milan. Il resto è successo e basta, fino a quest'ultima esperienza in Austria dove è stata una precisa scelta di famiglia e devo dire che sono felicissimo di averla fatta".

C'è un allenatore da cui ha imparato particolarmente per fare questo mestiere?
"Prendi qualcosa da ogni singolo allenatore: il bene e il male, ma alla fine devi trovare la tua strada...".

Il suo rapporto con l'Italia?
"Ho solo bei ricordi, anche se il mio periodo al Milan non è stato sempre dei più facili, più che altro per colpa di due persone e non parlo né allenatori né di Berlusconi. Vedere oggi i rossoneri in testa alla classifica è fantastico. Mi fa piacere anche vedere l'ottimo lavoro di Paolo Maldini, un grande leader che sta riportando il club in alto. È stato un capitano fantastico e gli auguro tutto il meglio".

Tra i suoi ex club il Bayern si avvia verso il decimo Meisterschale consecutivo, tanto che si pensa a cambiare il format inserendo i playoff per rendere più incerto il torneo
"Chi è primo dopo 34-38 partite merita di vincere il titolo. I playoff non sono indicativi per dimostrare chi è il migliore, perché non possono essere due partite a decretare la squadra più forte. Dal mio punto di vista, non cambierei mai questo format".

© Riproduzione riservata
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