A tutto Spalletti: da Acerbi a Pio Esposito, passando per Totti e il Napoli

Dal palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento, Luciano Spalletti, ex allenatore di Napoli, Inter, Roma e della Nazionale italiana, ha ripercorso le tappe principali della sua carriera durante un lungo intervento al Festival dello Sport, parlando di calcio, leadership, rapporti con i campioni e dei suoi mesi da commissario tecnico dell’Italia.
Sul suo periodo in Nazionale: “Per me la Nazionale era il Paradiso. Ho cercato di restituire qualcosa di importante, ma credo di aver trasferito troppo del mio amore per il calcio ai ragazzi. Li ho forse intasati di concetti, di richieste, di parole. I giocatori oggi hanno bisogno anche di leggerezza, di arrivare alla partita ascoltando musica negli spogliatoi. Io ho tentato di far capire che il calcio è una cosa seria, ma forse ho esagerato. In alcuni momenti sono entrato troppo negli ingranaggi e non ha fatto bene al gruppo.”
Sul caso Acerbi: “Ormai ci sono sempre più calciatori che trovano scuse per non assumersi le proprie responsabilità. Io ad Acerbi avevo spiegato che il campo aveva detto che era ancora un leader, l’avevo chiamato per questo. Lui mi aveva risposto che sarebbe venuto, poi dopo qualche giorno mi ha mandato un messaggio dicendo che non se la sentiva più. Ha tirato fuori la questione con Juan Jesus, ma le cose non sono andate come ha raccontato. Se lui è contento così, va bene. Ma la verità è diversa.”
Su Pio Esposito e il ruolo dei centravanti: “Pio Esposito ti dà la convinzione che prima o poi avremo di nuovo un padrone dell’area di rigore. Ieri ha fatto un gol pazzesco per coordinazione e per come ha calciato. A chi mi fa pensare? Forse a Bobo Vieri: qualsiasi pallone gli tiravi addosso, te lo restituiva pulito e sistemato.”
Sull’Italia e su Gattuso: “L’Italia andrà ai Mondiali, ne sono sicuro. I calciatori sono forti e Gattuso ha qualità importanti: ha trovato subito la quadra con le due punte e ha trasmesso grinta e carattere. La partita contro Israele l’ha vinta lui. Questa Nazionale ha 20-25 giocatori di livello altissimo: Donnarumma, Bastoni, Barella, Tonali, Di Lorenzo… sono top assoluti.”
Sui grandi giocatori e la gestione degli ego: “Non ho mai rinunciato ai calciatori forti, ma se qualcuno ha un ego spropositato e si percepisce diverso da tutti, allora bisogna intervenire. Quando un giocatore pensa: ‘Devo vincere io o si perde tutti’, allora diventa un problema. Con i giocatori serve rispetto reciproco, ma anche equilibrio.”
Su Totti e il difficile rapporto a Roma: “Con Francesco Totti ho avuto un rapporto bello, anche se in un contesto particolare. A Roma nessuno lo ha aiutato a percepire le cose nel modo giusto, c’era un amore così grande che diventava impossibile da gestire. Gli ho regalato una DeLorean per dirgli che a 40 anni, forse, era il momento di guardare avanti. Ma non abbiamo mai litigato. Quando rientrava in campo, spesso entrava e segnava. È stato fondamentale anche nella mia seconda Roma.”
Sul Napoli e De Laurentiis: “Allenare il Napoli è stato qualcosa di unico. Quando mi hanno riconosciuto come ‘scugnizzo’, è stato un momento bellissimo. Ma la fine del rapporto con De Laurentiis è stata complicata: non parlava mai di rinnovo o di affetto. Una volta disse che ‘il campionato lo avrebbe vinto anche una giornalista da sola’ - una frase che non si può sentire. A quel punto avevo capito che era meglio chiudere".
