Le verità di De Rossi: il tecnico del Genoa si racconta in vista della prima da ex all'Olimpico
Lunga intervista ai microfoni di DAZN per Daniele De Rossi. L'attuale allenatore del Genoa, pronto a sfidare la sua Roma all'Olimpico nel 17° turno di Serie A, ha ricordato in primis il suo esonero dai giallorossi del settembre del 2024, arrivato proprio in seguito al pareggio raccolto a Marassi: "Mi dispiace per come andò, ma alla fine hanno avuto l'exploit che avevo predetto. Io avevo un piano chiaro: primo anno si costruisce, secondo si cresce, terzo si lotta per lo scudetto. Non eravamo proprio pazzi a puntare su questo gruppo che secondo me è molto forte. I presidenti pendevano dalle mie labbra, a livello calcistico ho sempre avuto ampia libertà, si fidavano, hanno iniziato a chiedermi le cose prima di confermarmi per i successivi tre anni. Poi si sono un po' incrinate le cose e mi spiace, ma quello che è successo io e il mio staff non lo meritavamo".
Cose che si sono incrinate con l'ex ad - ora al Nottingham Forest - Lina Souloukou: "Nelle prime due esperienze ho avuto problemi, in maniera diversa, con i dirigenti. Alla Spal con un dirigente abbiamo chiarito, lo sento ancora adesso, a Roma ho avuto problemi con l'Ad, niente di clamoroso ma comunque problemi. L'esonero? Io pensavo e penso di essere a posto con la coscienza, non ho mai tradito chi era lì, non ho mai usato il "potere" che avevo in quella città per proteggere me e andare contro i giocatori; se mi fossi tradito da solo non sarei stato così orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Tornare alla Roma? Non penso ci sia mai stata davvero la possibilità. Hanno fatto una scelta talmente evidente e chiara, ma non credo sarebbe stato il passo giusto per me, anche se ovviamente sarei tornato subito. Io in questo anno non ho rifiutato quasi niente perché volevo allenare. Ho rifiutato la categoria e qualche situazione poco chiara, per il resto sono altri che hanno rifiutato me".
Lunedì De Rossi tornerà all'Olimpico, per la prima volta in carriera da avversario: "La sfida contro la Roma sarà particolare, sono curioso. Ho sempre desiderato tutti i giorni della mia vita che la Roma vincesse, questa è la cosa che mi fa più ridere, per una settimana dovrò lavorare per farla perdere". E sui suoi ex allenatori De Rossi aggiunge: "Spalletti era, è, geniale, e mi ha sempre spiegato quello che mi faceva fare. Stesso Antonio Conte. Non c'era niente lasciato al caso, anche Ranieri diceva: "È meglio un'idea mediocre che fanno tutti e 11 che un'idea geniale che fanno in 4". Io me la mangiavo la riunione di Spalletti, mi piaceva capire tutto. Luis Enrique? Quando gli ho chiesto di poter andare a vedere i suoi allenamenti mi ha detto che aveva cambiato tutto rispetto a quando allenava noi alla Roma, quindi questo vuol dire che ci si evolve. Ai tempi lui ci spiegava come funzionava il modello Barcellona, però la cosa che mi ha lasciato più legato a lui è stato l'aspetto umano. Per me è stato illuminante, ha cambiato il mio modo di approcciarmi".











