Nazionale intrigante ma vietato esaltarsi. Questione “troppe partite”…
Non amo particolarmente le “pause per la Nazionale”, soprattutto se per disputare la Nations League… Sempre meglio delle amichevoli, direbbe un mio caro collega e, in effetti, non ha tutti i torti. Tuttavia, nel calcio di oggi, faccio sempre più fatica a capire come ci siano ancora le “pause per la Nazionale”. Chissà, magari un giorno si troverà un modo per relegare tutti gli impegni delle varie nazionali in un determinato momento, senza più inframezzi stagionali. Detto questo, almeno ci siamo goduti un’Italia intrigante…
Assistito a trame di gioco di buon livello, visto tanto attaccamento alla maglia azzurra e, perché no, compreso che qualche ottimo giocatore ce l’abbiamo anche noi (Calafiori, Retegui, Frattesi, Dimarco i primi che mi vengono in mente). Come spesso accade, è bastato un’eccellente vittoria ai danni di Israele (lo ripeto, Israele), per assistere a una vera e propria esaltazione della “nuova” Nazionale. Giusto applaudire al lavoro fatto da Spalletti, rischioso pensare che il grosso del lavoro sia alle spalle. Fino a quando non vedrò la Nazionale giocare, ad alti livelli, al Mondiale, credo che sia fuorviante dare giudizi su questo gruppo di giocatori. Diciamo che, finalmente, si vede un po’ di freschezza ma servono tante buone prestazioni per dimenticare i due Mondiali da semplici spettatori che abbiamo dovuto sorbirsi…
Faccio parte del partito di quelli “che sono ancora feriti”. Fatico ad esaltarmi per la Nazionale perché ho sofferto troppo recentemente e, quindi, ci vado con i piedi di piombo. Comunque, alla luce di quanto visto, almeno c’è fiducia che questi Azzurri abbiamo le qualità per farci tornare a vivere un Mondiale da protagonisti (che non significa vincerlo, sia chiaro). Con tutto il rispetto, della Nations League mi interessa quanto della procreazione mediante partogenesi degli afidi…
Molto più stimolante la questione “troppe partite”.
Ora anche i giocatori iniziano a far sentire la propria voce. Guadagnare milioni è fantastico ma, se ti infortuni gravemente, il futuro diventa, di colpo, un’incognita. Si gioca troppo? Sicuramente ma, onestamente, è anche lo specchio dei tempi (sportivi) che viviamo. Praticamente in quasi tutti gli sport si gioca tantissimo. Si pensi, ad esempio, al basket con l’Eurolega che va di pari passo con le leghe nazionali… L’NBA offre il format delle 82 partite da tempo immemore… Il problema è l’intensità con cui si gioca nel calcio. Se nell’NBA, qualche partita di stagione regolare la si può gestire, inserendo massimo la terza marcia, nel calcio si va sempre in sesta, senza mai potersi fermare un attimo. Il calcio di oggi non può prescindere dall’eccellenza fisica. Bisogna correre, correre e correre ancora. Questo logora moltissimo i giocatori che, alla fine, vanno in crisi, sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente. Trovare la concentrazione per essere al 110% ogni tre giorni non è facile, anche quando guadagni cifre folli per quello che è il tuo lavoro. Difficile trovare una soluzione, troppi interessi in gioco e, soprattutto, il calcio di oggi non ammette pause, se non quelle per la Nazionale…