Allegri ritrova Rabiot: per il Milan vale un punto a partita. Poteva essere dell'Inter
Se Adrien Rabiot valga davvero un punto in più a partita, non lo si può dire con certezza. Sta di fatto che è questo il differenziale tra il rendimento del Milan quando il centrocampista francese c’è stato, e quando invece non c’è stato. Almeno in questo inizio di stagione.
Con il derby di questa sera, Massimiliano Allegri ritroverà il suo cavallo pazzo, arrivato un po’ per caso da Marsiglia dopo la lite con Rowe, ma diventato subito un elemento di equilibrio essenziale alle dinamiche rossonere. Lo dicono alcuni numeri: nelle partite in cui l’ex Juventus ha giocato, il Milan ha viaggiato a una media di 2,5 punti. Che crolla, nonostante qualche incrocio anche più semplice (sulla carta), a 1,5 punti medi nelle gare in cui Adrien non c’è stato.
Rabiot, del resto, si è subito inserito nel gioco milanista. Essenziale, in entrambe le fasi: davanti, in una squadra che non ha un centravanti e quindi fatica a trovare gol, si inserisce negli spazi creati dagli attaccanti. Dietro, supporta il lavoro della difesa con il suo fisico. A sinistra, fattore non secondario, dà manforte su una corsia che per anni ha vissuto di rendita con Theo Hernandez e ora si barcamena tra Bartesaghi ed Estupinan, un talento e un buon giocatore, ma nel complesso un punto meno forte - se non debole - rispetto al Milan del passato.
E pensare che Adrien, il derby di Milano, avrebbe potuto giocarlo sul fronte opposto, con l'Inter. Più di una volta, nelle ultime stagioni, la sua situazione è finita sul taccuino di Marotta e Ausilio. Per certi versi, sarebbe stato l’elemento perfetto: fisico e qualità. Non se n’è mai fatto nulla: molto ha pesato la difficoltà di togliere Mkhitaryan, specie con Inzaghi per il quale l’armeno era un punto fisso, il resto lo hanno fatto le richieste del suo entourage.













