Atalanta, qualche errore sul mercato di troppo: 124 milioni non sfruttati a dovere
Luca Percassi, amministratore delegato dell'Atalanta, qualche giorno fa ha parlato della possibilità di tornare indietro molto rapidamente. Ricordandosi da dove si è partiti, quando i nerazzurri erano appena retrocessi in Serie B, nel 2010, la famiglia Percassi è riuscita a salvarsi due volte con penalizzazione (-6 e -2), a condurre due campionati più o meno tranquilli con Reja, salvo poi esplodere definitivamente con l'arrivo di Gasperini, coadiuvato prima da Sartori e poi da D'Amico. Un percorso di crescita che nei primi cinque anni non aveva avuto scossoni particolari, salvo poi impennarsi dal primo anno Gasp.
C'è da dire che, a differenza dei tempi, il fatturato si è modificato e le spese aumentate moltissimo. Nelle ultime sessioni di mercato, però, le operazioni che non hanno convinto si sono moltiplicate. Basta prendere le ultime tre sessioni. Godfrey 9 milioni, Brescianini 12, Samardzic 20 più 5 di bonus, Posch in prestito per due milioni, Maldini per 13. Totale: 61 milioni. L'ex Udinese non si è deprezzato, ma non è nemmeno riuscito a esplodere come ci si poteva aspettare. Poi certo, c'è il colpo Retegui che livella tutto e che fa pendere la bilancia in positivo.
Il trend però è cambiato poco quest'estate. Krstovic per 25 milioni non si è espresso a livelli adeguati, Zalewski (17) dopo un inizio ottimo è finito in panchina tra Zappacosta e Bernasconi che ne prendono il posto, infine un Sulemana (17 più 4) voluto da Juric ma che non ha ancora convinto. Fanno altri 63 milioni, per un totale di 124, bonus compresi. Una cifra che anni fa sarebbe stato impensabile spendere.











