Balbo: "Mi piacerebbe tornare ad allenare in Italia. Da voi c'è più di qualche problema alla base"
L'Italia si giocherà ai playoff l'accesso ai Mondiali. Anni fa sarebbe stata una notizia, oggi non lo è, come sottolinea Abel Balbo al Messaggero Veneto: "Credo che il calcio sia davvero cambiato dai miei tempi. Ormai è un fenomeno globale, calciatori di una nazionale come la Norvegia, che ha vinto il girone degli azzurri, sono abituati a grandi palcoscenici come la Premier, la Champions. Insomma, non basta una maglia gloriosa come quella dell’Italia a spaventare avversarie meno blasonate. Devi giocartela con tutte. In più qui c’è più di qualche problema alla base: nei settori giovanili non si lavora per far crescere i giovani, ma per vincere".
Balbo parla con cognizione di causa: "Ho lavorato a lungo anche sui giovani. Pensate che l’ho fatto assieme all’attuale ct azzurro, Rino Gattuso. Assieme abbiamo girato parecchio, in particolare nel Nord dell’America per dei clinic. So cosa serve e su cosa si lavora: il gioco è fondamentale fino ai 14 anni, poi si pensa a costruire un calciatore, individualmente. Senza riproporre l’allenamento del Milan o di un altra squadra di professionisti. Sono due cose diverse".
Infine parla anche del suo futuro: "Mi piacerebbe tornare ad allenare in Italia dopo le esperienze che ho avuto anni fa a Treviso e ad Arezzo. La famiglia ormai risiede qui in Italia, Roma è la mia città, in Argentina ho allenato l’Estudiantes La Plata e, in due periodi distinti, il Central Cordoba a 700 chilometri da Buenos Aires: stavo due giorni quando volevo tornare a casa, perciò adesso vorrei fare l’allenatore qui. Posso dare il meglio in una squadra professionistica. In Italia, in A o in B, la serie non conta, conta il progetto".













