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Balotelli: "Aspetto sempre la Serie A. Mondiale? Lo sognerei anche a 50 anni"

Balotelli: "Aspetto sempre la Serie A. Mondiale? Lo sognerei anche a 50 anni"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Alessio Del Lungo
Oggi alle 13:53Serie A
Alessio Del Lungo

Clarence Seedorf ha intervistato per Amazon Prime Video il doppio ex di Inter e Liverpool, Mario Balotelli. L'attaccante svincolato ha parlato a lungo della sua carriera, ma anche della situazione che sta vivendo attualmente, come riporta corriere.it: "Mi sto allenando con una squadra locale bresciana (il Carpenedolo, in Eccellenza). Aspetto sempre una chiamata dalla Serie A, per il momento non ci sono, ascolterò club esteri se non ci sarà la possibilità di stare in Italia. Ma mi fermerò solo quando deciderò io di fermarmi, non sarà qualcuno a impormelo. Non vedo molte partite di calcio ma, quando succede, mi rendo conto che il calcio ora è diverso: è più fisico e con meno qualità rispetto a prima, io sento di poter ancora performare. Sicuramente".

Il Mondiale resta un pensiero fisso?
"Devo essere obiettivo, so che è solo un sogno ma lo sogno sempre e lo sognerei anche a 50 anni, tutti sappiamo cosa significa giocare quell'evento".

La Champions vinta con l'Inter che sensazioni le ha dato?
"Ho realizzato negli anni, crescendo, quanto valga la Champions vinta con l'Inter. Quando sei giovane non ci pensi, sei orientato al futuro, invece poi capisci che non è facile: bisogna avere lo spirito giusto anche fuori dal campo per riuscirci. La Coppa del Mondo è la più importante, ma dopo arriva la Champions: è stato un orgoglio alzarla, un'esperienza fantastica, sfortunatamente Mourinho non mi fece giocare la finale anche se durante la settimana aveva preparato il tridente con me, Eto'o e Milito. Non è importante però averla giocata, contava solo vincerla".

Ha dei progetti per il futuro?
"Lavorare sulla mia immagine, è qualcosa che sto già facendo. A breve partirò con un mio podcast, in futuro inizierò a partecipare a eventi con gli sponsor: è qualcosa che prima non mi piaceva (sorride, ndr), ma ora lo farò".

In carriera non sempre ha avuto un rapporto meraviglioso con gli allenatori.
"Un giocatore si esprime meglio se c'è chi si sforza di capire la persona, con te a me al Milan è successo. Sono stato bene anche con Lucian Favre a Nizza e con Vincenzo Montella e Roberto Mancini, specialmente all'inizio".

Quali sono le differenze tra calcio inglese e calcio italiano?
"In Inghilterra c'è più intensità anche negli allenamenti, non ti fermi mai neanche a bere, ti alleni meno tempo ma si corre molto di più. In Italia ci sono anche molti video tattici, a volte (sorride, ndr) troppo lunghi…".

Chi era il suo incubo come difensore?
"Il mio incubo ero io stesso: quando stavo bene fisicamente e mentalmente, non c'erano problemi. Scelgo però Thiago Silva e Sergio Ramos, avevano tutto".

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