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Braccio destro di Franceschini, con i voti di Lotito: chi è Casini, nuovo presidente Lega Serie A

Braccio destro di Franceschini, con i voti di Lotito: chi è Casini, nuovo presidente Lega Serie ATUTTO mercato WEB
venerdì 11 marzo 2022, 13:45Serie A
di Ivan Cardia

A un soffio dalla deadline per evitare il commissariamento federale, la Lega Serie A ha un nuovo presidente. Con undici voti, il minimo indispensabile, Lorenzo Casini è stato eletto come successore di Paolo Dal Pino, dimessosi a inizio anno. Il nuovo numero uno di via Rosellini dovrà risolvere la delicata questione dell'adeguamento dello statuto ai nuovi principi federali. Non dopo aver superato il nodo della supposta ineleggibilità, sul quale votando l'assemblea sembra comunque aver detto la sua. Ma chi è il nuovo presidente della più importante lega professionistica del calcio italiano?

Allievo di Cassese, braccio destro di Franceschini. Classe '76, romano, Casini è dal 2015 professore ordinario di Diritto amministrativo presso la Scuola IMT Alti Studi di Lucca. Avvocato, dopo la laurea maturata alla Sapienza nel 1999, è stato allievo di Sabino Cassese, tra i più importanti giuristi italiani contemporanei, di cui è stato anche assistente presso la Corte Costituzionale dal 2009 al 2014. È tra i componenti della terza sezione del Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI. A livello politico, forte il legame con Dario Franceschini, tra i principali esponenti del Partito Democratico: dal 2014 al 2018, quando Franceschini è stato ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo in tre governi diversi, ne è stato consigliere giuridico. Dal 2019 è capo di gabinetto del Ministero della Cultura, sempre guidato da Franceschini. Proprio da questo ruolo, il dubbio sulla eventuale incandidabilità, che però lo stesso Casini ha negato. Di sicuro c'è il legame forte col mondo della politica, in netta rottura con Dal Pino - che veniva invece dal privato - per una Lega che ha in questo momento, almeno secondo metà più uno dei suoi presidenti, soprattutto bisogno di questo.

Guai a definirlo un uomo di Lotito. L'elezione di Casini, al di là della risicata maggioranza, non è stata semplice. Di nomi ne sono circolati tanti: bruciato ben presto Bonomi, poi ritiratosi per scelta propria, sono stati a lungo in corsa l'economista Bini Smaghi e Masi, ex dg della Rai. Da ultimo, sembrava che Andrea Abodi, già presidente della Lega B e oggi alla guida del Credito Sportivo, potesse spuntarla. Al fotofinish, ecco il numero a lungo cercato e che sembrava una chimera. Cercato da chi? Soprattutto da Claudio Lotito, tra i principali fautori di questa elezione. Guai, però, a definire Casini un "uomo" del presidente della Lazio: "Non sono di nessuno", ha tenuto a precisare dopo l'assemblea del 3 marzo, finita in un nulla di fatto. Non è un mistero, però, che il lavoro del presidente biancoceleste e di Aurelio De Laurentiis sia stato fondamentale per arrivare a questa elezione. Anzi, in Serie A questa elezione segna una netta divisione: da un lato, le grandi del nord, a partire dal Milan e dall'Inter il cui ad Marotta ha esplicitamente detto che non avrebbe votato per Casini. E dall'altro, soprattuto le squadre del centro-sud o le "medie" - tra le altre: Fiorentina, Atalanta, Verona, Empoli, Udinese e Sampdoria - che sono state invece determinanti per dare a via Rosellini un nuovo inquilino.

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