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Ex pres. Corte Federale FIGC: "Parole Santoriello non gravi. Spero la Juve vinca al CONI"

Ex pres. Corte Federale FIGC: "Parole Santoriello non gravi. Spero la Juve vinca al CONI"TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
martedì 7 febbraio 2023, 12:36Serie A
di Simone Bernabei

Il professor Sergio Santoro, avvocato cassazionista ed ex presidente della Corte Federale della FIGC, ha parlato a TuttoJuve dopo le parole emerse dal video del 2019 del pm Ciro Santoriello, titolare dell'inchiesta Prisma che ha parlato del proprio "odio" nei confronti della Juventus.

Un video girato quattro anni sta scatenando indignazione e furenti reazioni da parte del popolo bianconero. In particolare il pm Ciro Santoriello afferma di "odiare la Juventus" e di essere "antijuventino come pubblico ministero" tra le ilarità delle persone presenti. Da ex magistrato, che cosa ne pensa?
"Chiunque faccia il magistrato, io l'ho fatto per 47 anni, deve separare le proprie opinioni personali, i sentimenti, e l'ideologia dall'attività giudiziaria. Altrimenti il cittadino, purtroppo, è la vittima di questi atteggiamenti che sono deviati. Però qui non c'è la contestualità della dichiarazione, in quanto non è attuale ma risalente a quattro anni fa. A discolpa dell'ex collega, c'è da aggiungere che non esiste un obbligo di astensione del pubblico ministero. Il pm non ha i doveri di astensione che invece deve possedere un giudice del collegio giudicante o un gip".

Quindi che significato darebbe a queste dichiarazioni? Specialmente nel passaggio in cui si dichiara "antijuventino"?
"Personalmente circoscriverei queste dichiarazioni, perché sono risalenti e non attuali per quanto successo oggi. Poi un pm o chiunque altro ha la facoltà di essere tifoso, in quanto il tifo è un divertimento. E lo ripeto: non ha obblighi di astensione. Così chiuderei la vicenda".

Per cui non giudica gravi e inaccettabili le parole del suo ex collega Santoriello?
"Assolutamente no, per me non sono gravi e inaccettabili. Non ne farei un dramma. Piuttosto c'è un'altra parte drammatica, di cui bisogna parlare".

Quale?
"Mi riferisco ovviamente alla Giustizia Sportiva. Il pm, quando si trova in presenza di una 'notitia crimins', ovvero le telefonate e il famoso libro nero di Paratici, ha il dovere e l'obbligo di procedere. E' un sospetto, niente di più. Quello che trovo grave non è tanto l'inizio del procedimento, bensì che nel bel mezzo dello svliuppo siano stati tolti 15 punti alla Juventus in modo da toglierla dalla Champions e dalla lotta per il campionato. Non c'è sentenza, accertamento, una pronuncia definitiva o anche parziale di queste cosiddette plusvalenze, per cui come puoi riuscirci con questo escamotage? E' una abnormità giuridica, perché quei punti sono stati conquistati sul campo".

La Juventus, dunque, potrebbe avere delle speranze nel prossimo grado di giudizio?
"Il Coni è il giudice della legittimità, questa vicenda si chiuderà se verrà annullata la sentenza. La Procura, tengo a precisare, è endofederale e in caso di questo esito non si può spingere ad impugnare questa sentenza. Se invece dovesse avere esito negativo, la Juve avrà tutto l'interesse per proseguire sulla strada del ricorso. Sono tanti gradi di giudizio, perché poi c'è il Tar e il Consiglio di Stato".

Visto che la definisce come una "abnormità" questa sentenza, quale è il suo giudizio sulla Procura Federale?
"La Procura Federale, come la Procura di Torino, ha fatto il suo mestiere. Per sollevare un'accusa, viene sollevato il dubbio della falsità dei bilanci che inevitabilmente incide sulla lealtà sportiva e su tutti gli altri principi dell'ordinamento sportivo. E' giusto sollevare il problema, non lo è definirla una vicenda di merito. E' una questione di puro diritto. E' sbagliato prendersela con la singola persona, bisogna guardare gli atti. Da ex membro della Corte Federale, la sentenza emessa è sbagliata. Mi auspico che la Juventus possa vincere al Coni".

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