Fiorentina, perché risoluzione e non esonero per Pioli? La risposta sta nel bilancio
In un momento nel quale la Fiorentina è in chiara ed evidente crisi, sia tecnica che sportiva, ha destato stupore la decisione del club di non esonerare immediatamente Stefano Pioli. La scelta della dirigenza viola è stata, infatti, quella di continuare ancora con il tecnico, ma solo con l'obiettivo di trovare un accordo per la risoluzione del contratto triennale firmato la scorsa estate da 18 milioni di euro lordi. Una decisione, questa, che affonda le radici nella situazione economica della società di Rocco Commisso.
Stando a quanto riportato quest'oggi dal Corriere Fiorentino, la Fiorentina ha chiuso il bilancio 2024-25 con una perdita significativa di 23,2 milioni di euro, un dato nettamente peggiore rispetto al passivo di 5,9 milioni della stagione precedente. A incidere non sono stati i ricavi, rimasti sostanzialmente stabili (198,6 milioni contro 199,9), bensì l’aumento dei costi in alcune aree chiave.
A pesare in maniera determinante è stato il boom dei costi dei prestiti, saliti a 19,1 milioni contro i soli 3,7 dell’anno precedente. Tra le operazioni più onerose figurano: Gudmundsson (5,7 milioni), Colpani (4), Zaniolo (3) e Fagioli (1,8). Una voce che da sola spiega gran parte dell’aumento del passivo, nonostante un leggero calo sia nelle spese per gli stipendi sia negli ammortamenti dei cartellini.
Nel bilancio trova spazio anche l’impatto del calciomercato estivo 2025, con investimenti per 89 milioni per giocatori come Piccoli (25), Gudmundsson (15), Sohm (15), Fagioli (13,5), Fazzini (9), Gosens (7) e Lamptey (3). Le cessioni hanno invece portato in cassa 21,7 milioni, grazie soprattutto alle uscite di Kayode (17) e Ikoné (2). Tuttavia, i pagamenti dilazionati generano un saldo negativo tra debiti e crediti da regolare entro il 30 giugno 2026: 50,1 milioni da versare contro 33,4 da incassare.
Un ulteriore fattore critico è rappresentato dal tema stadio: i lavori al Franchi e la riduzione della capienza hanno provocato un calo dei ricavi da biglietteria e partnership. Solo nella voce legata ai match di Serie A la perdita è stata di 2 milioni, in un contesto già segnato da cinque partite casalinghe in meno tra campionato e coppe.
Una situazione, questa, decisamente chiara. Dalla quale parte la decisione dei viola di risolvere, prima di tutto, il contratto con Pioli e poi provvedere alle scelte necessarie per cambiare l'orizzonte di una squadra attualmente sul fondo della classifica di Serie A.











