Genoa, Ottolini: "Gli addii di Retegui e Gudmundsson erano preventivati. Fatto un lavoro enorme"
Marco Ottolini, direttore sportivo del Genoa, ha parlato ai microfoni del Secolo XIX del momento della squadra di Gilardino e fatto una breve analisi del mercato: "Adesso è il momento di andare avanti come caterpillar, concentrati solo sui risultati da ottenere. Con lo spirito del Genoa. È qui che dobbiamo costruire il Grifone del futuro, con il lavoro del mister e la voglia di vincere dimostrata finora".
Avanti come caterpillar ma prima di salirci sopra torniamo per un momento sul mercato. Mai così discusso, mai percepito così tanto lungo. Qual è il suo bilancio?
"Abbiamo lavorato tantissimo, perseguendo l’obiettivo che ci siamo dati due anni fa: riportare il club in uno stato di normalità. Abbiamo fatto grandi passi avanti, ci presenteremo all’inizio del prossimo mercato estivo puliti. Abbiamo portato a termine 18 operazioni in uscita, abbiamo ridotto il numero di giocatori da mandare in prestito: sono 14, di cui 10 sono Under 23 e con stipendio sotto ai 100mila euro lordi. Sono partiti giocatori importanti, è vero. Ma siamo rimasti competitivi".
Cosa significa “puliti”?
"Due anni fa quando sono arrivato qui il club aveva circa una sessantina di giocatori di proprietà, molti dei quali con ingaggi elevati. Adesso abbiamo portato il monte ingaggi lordo complessivo a 44 milioni, inclusi prestiti, risoluzioni e incentivi. Posso dirlo: abbiamo fatto un lavoro enorme. Ora si aprono prospettive diverse, presto avremo riunioni per definire i programmi per le prossime sessioni di mercato".
Cosa ha significato perdere giocatori come Gudmundsson e Retegui?
"Avevamo considerato possibili scenari, avendo dei parametri da rispettare. L’addio di Retegui è arrivato in maniera repentina ma abbastanza naturale, era preventivato da tempo. Per Albert la cessione a fine stagione era data per scontata, poi la sua vicenda privata ha fermato un po’ tutto. Sono poi emerse dinamiche diverse e alla fine è andato".