Gramellini elogia Acerbi, la moglie del difensore: "Eppure è lo stesso del caso Juan Jesus..."

Il gol di Francesco Acerbi di martedì scorso, quello che ha portato l'Inter ai tempi supplementari della semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona poi decisa dalla rete di Frattesi, è destinato a finire sugli almanacchi di storia del calcio.
Anche lo scrittore Massimo Gramellini, a La7, ha parlato di Acerbi: "Un difensore che in CL non ha mai segnato e mai tirato in porta. Lo troviamo nell'area di rigore del Barcellona. Dopo i litigi col padre, dopo l'alcool, dopo la depressione, dopo due tumori. E nessuno ci fa caso. Anche se è altissimo, pieno di tatuaggi, gli spagnoli - come si dice - non lo hanno visto arrivare. Il pallone della disperazione arriva forte, rasoterra, dalla destra, solo che lui è mancino, come farà a prenderla? E invece lo prende di destro e con un tocco in anticipo, come se fosse Lautaro, o uno dei vecchi centravanti dell'Inter, Altobelli, Boninsegna, come se fosse un attaccante vero fa il gol del tre a tre. Un delirio. Prende la maglia, la scaglia verso il cielo perché voglio vedere papà se adesso hai ancora qualcosa da dirmi. Poi arrivano i supplementari e arriva la vittoria. Il Papa ha cambiato nome. Ma nelle aree di rigore del mondo, c'è ancora un Francesco che fa miracoli".
Non ci sta però Claudia Scarpari, moglie del difensore dell'Inter, la quale ribatte così sui propri social: "Bellissime parole. Un po' in antitesi con quelle rilasciate in occasione della vicenda "Acerbi- Juan jesus" in cui il Gramellini disse: "La giustizia è costretta a conoscere ragioni che la ragione, intesa come buon senso, non conosce. Perciò, mentre la ragione dà ragione a Juan Jesus, la giustizia deve darla ad Acerbi". Eppure, signor Gramellini si sta parlando dello stesso giocatore, dello stesso uomo, con lo stesso passato e gli stessi ostacoli di vita. Solo che allora il carro su cui salire era diverso vero? Per questo dico: parole bellissime ma il signore qui, con tutto il rispetto, non ha né il titolo né le conoscenze della vita di Francesco per pronunciarle".
