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Il consigliere federale Gozzi: "L'idea della Superlega non era così campata in aria..."

Il consigliere federale Gozzi: "L'idea della Superlega non era così campata in aria..."
Simone Lorini
Oggi alle 12:08Serie A
Simone Lorini

Antonio Gozzi, presidente dell'Entella e consigliere federale in una intervista al Secolo XIX ha parlato delle idee di cui si sta discutendo: "Ragioniamo in termini economici, su alcuni temi che sono centrali. Ad esempio riparliamo di riforma dei campionati. C’era quella Gravina, è stata bloccata dalla C. Però poi ogni anno ci sono fallimenti, penalizzazioni, squadre che non si iscrivono, tornei che iniziano con gli asterischi. È evidente che il sistema così non funziona: 60 società in C sono troppe, 100 club professionistici sono troppi. E quindi le scarse risorse finisci per dividerle in troppi. A quel livello va fatta pulizia, si può pensare a una C a 40 e poi dare status di semiprofessionisti a chi resta sotto, aiutandoli con dei piani di defiscalizzazione. E anche Serie A e B sarebbero riducibili a 18 squadre, sebbene ci siano resistenze. Però guardiamo bene la realtà attuale: tema vero è che esiste un calcio che è sempre più spettacolo europeo, ma può riguardare 5 o 6 italiane. Poi c’è un altro mondo del calcio italiano che è ben diverso per audience, remunerazioni e così via. Non a caso qui da noi gli scudetti li vincono sempre gli stessi".

Sembra il tema posto anche dall’idea di Superlega.
"Che non era campata in aria, alla luce di quel che sto dicendo. C’è un certo conservatorismo in tal senso da parte di larga parte dei tifosi, perché l’idea è comunque che vengano le big e si sfidino Juventus, Inter, Milan e così via. Però sotto il profilo economico appartengono ormai a un’altra dimensione, di calcio europeo. Ha senso? Nel nostro piccolo, l’Entella ha fatto sold out in casa con Samp e Spezia, quasi con il Sestri Levante. Non con il Verona. Il massimo del pubblico in partite dal sapore campanilistico, dell’Italia dei Comuni. È spettacolo e attrazione anche questa, dentro al calcio professionistico intendo. Solo che si tratta di modi e mondi diversi. Ripeto, guardiamo in faccia i numeri che dicevamo prima: la B perde 1 miliardo ogni 5 anni, anche di più, 1,2. Qualcosa bisogna inventarsi".

Riguardo alla possibilità di andare a giocare in luoghi come l'Australia, Gozzi ha liquidato tali opportunità come semplici "espedienti per recuperare qualcosa". Ha poi ampliato la sua riflessione, sostenendo che "è cambiato il mondo" e che il calcio come fenomeno di massa è in una fase di crisi. Ha osservato che negli stadi si nota un numero crescente di persone anziane e meno giovanissimi, come se il calcio fosse diventato uno "spettacolo di altri tempi". Ha ipotizzato che in un'era caratterizzata dalla rapidità, i 90 minuti di una partita possano apparire troppo lunghi. Infine, ha ricondotto questa tendenza alle diverse audience del mondo del calcio europeo, contrapposto a quello del calcio nazionale.

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