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Juve, Bonucci: "10 anni fa fui vicino allo Zenit. Conte mi disse che ero ultimo nelle gerarchie"

Juve, Bonucci: "10 anni fa fui vicino allo Zenit. Conte mi disse che ero ultimo nelle gerarchie"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 19 ottobre 2021, 15:47Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, ha rilasciato un'intervista a Amazon Prime Video. Queste le sue parole: "Noi più vecchi, soprattutto quest'anno abbiamo il dovere di proteggere i più giovani, anche se gente come Chiesa e Locatelli sono abbastanza navigati. Dobbiamo proteggerli nei momenti negativi, mentre in quelli positivi dobbiamo essere tutti euforici".

Il gol con il Chelsea in Champions League è nato da un suo lancio, un vero marchio di fabbrica ormai.
"Sì, sono cose che si provano in allenamento e fortunatamente è venuto bene lo schema sul calcio d'inizio. Abbiamo preso una grande vittoria, fondamentale per il prosieguo del cammino in Champions League. Adesso abbiamo la doppia sfida contro lo Zenit e spero di fare altri lanci decisivi per i gol della squadra".

Ci sono stati contatti con lo Zenit in passato?
"Sì, ai tempi, circa 10 anni fa, potevo passare allo Zenit San Pietroburgo, il primo anno di Conte, dopo la prima stagione di Delneri. Conte mi disse che sarei stato l'ultimo nelle gerarchie e se volevo cambiare aria sarei stato libero di andarmene. Si intavolò una trattativa con lo Zenit ma poi il mio orgoglio mi disse di restare qua, e la scelta è stata giusta".

Delle sue finali di Champions perse quale vorrebbe rigiocare?
"Sono molto combattuto, entrambe hanno avuto storie diverse. Contro il Barcellona non avevamo nulla da perdere e nella situazione dubbia del rigore su Pogba poteva girare tutto. Vorrei rigiocare però quella contro il Real Madrid a Cardiff. Nel primo tempo abbiamo fatto una grande partita, nel secondo siamo venuti meno come squadra e sacrificio. Il Real ci ha messo alle corde. Spero di poter giocare una terza finale di Champions League".

Cos'ha di diverso la Juventus di oggi rispetto a quella del passato?
"Tanti giovani che hanno voglia di dimostrare. Il percorso è diverso rispetto al passato. L'anno scorso non è arrivato lo scudetto per colpe nostre più che per meriti degli altri. Quest'anno è un nuovo inizio e l'entusiasmo dei giovani è contagioso, unito a ciò che il mister mette dentro di noi, la voglia di sacrificarsi. Negli ultimi due anni lo avevamo perso, con Pirlo lo abbiamo visto solo nei momenti chiave".

Cosa ci dice dell'addio di Ronaldo?
"Cristiano ha fatto tre stagioni alla Juve dove ha giocato sempre. Era un'icona nello spogliatoio. Ha fatto la sua scelta e la rispettiamo. Prima la squadra giocava per lui, adesso abbiamo l'obbligo e il dovere di ritrovare la mentalità Juventus che c'era prima di lui. Ci sono giocatori importanti ma la forza del gruppo viene prima di tutto. Io mi sento importante nello spogliatoio e lo ero anche quando c'era CR7".

Il rapporto con Allegri?
"Sincero e di stima tra due uomini. Con il mister sono quello che ha giocato di più e questo chiude ogni tipo di problema che si vuol far vedere tra Bonucci e Allegri. Lo sgabello con il Porto? Errore mio perché non volevo stare nelle poltroncine, non potevo alzarmi. Poi sono andato via per altri motivi, volevo cambiare ma sono felice di essere tornato".

Cosa ruberebbe a Chiellini?
"Il suo self control, lui è molto più ragionevole, io sono istintivo. Se c'è da fare la guerra faccio la guerra, Giorgio calma gli animi e getta acqua sul fuoco. Ci siamo completati a vicenda".

La sua esultanza?
"Non è una sfida contro nessuno, mi sono sempre posto obiettivi e lo farò sempre. L'esultanza è goliardica nei confronti dei miei amici. Diciamo spesso che ci dobbiamo sciacquare la bocca parlando delle squadre per cui tifiamo, poi facemmo una scommessa tra di noi ma la persi".

Quanta pastasciutta deve mangiare la Juventus per vincere la Champions?
"Tanta, dobbiamo ritrovare la voglia di essere gruppo e di far fatica tutti insieme. Dobbiamo crescere di nuovo per arrivare a vincere".

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