Lazio, casi arbitrali e silenzi ordinari: le "non" notizie che arrivano da Udine
Come una domenica ecologica a Roma, lo straordinario che ormai diventa ordinario. Anche a Udine si sono palesati casi arbitrali e susseguente silenzio stampa della Lazio per evitare guai peggiori dopo quanto visto in campo. Le controversie che riguardano i biancocelesti ormai non si contano più, basti analizzare le ultime tre trasferte in Serie A. Prima il fallo in attacco fischiato a Marusic da Collu su Pavlovic in Milan-Lazio al 100esimo minuto a San Siro. Poi la doppia inferiorità numerica con Marchetti pronto a espellere in campo Zaccagni e Basic, mentre il VAR Aureliano gli faceva i complimenti salvo poi decidere pochi giorni dopo che una gomitata sul volto (Maignan su Politano in Supercoppa) non fosse da espulsione. Forse però l'apice è stato raggiunto ieri, perché Udinese-Lazio ha tolto l'unica certezza che si aveva nell'attuale regolamento sui falli di mano.
Lazio, le immagini poco chiare e il "vuoto del regolamento"
L'unica certezza che ci dava il regolamento riguardava i falli di mano in attacco. "Una rete non può essere segnata se il pallone tocca il braccio e immediatamente dopo viene realizzato un gol". Per provare a spiegare l'inspiegabile si è arrivati a parlare di "vuoto di regolamento" perché "bisogna capire cosa significa immediatamente dopo". Come a dire che il fallo di mano valga per X secondi, e poi improvvisamente scattati quei secondi si può tornare a segnare. Davis con la mano ha evitato, involontariamente, che il tiro di Zaniolo finisse fuori mettendo fine alla partita, ha così potuto controllare il pallone e senza che nessun altro calciatore toccasse palla ha trovato il gol. Cosa c'è di più immediato a livello calcistico? Nessun compagno tocca il pallone, nessun avversario lo intercetta, fa tutto Davis. Da adesso in poi qualsiasi allenatore dovrà dire ai suoi attaccanti di aspettare circa nove secondi dopo aver toccato il pallone con la mano per segnare proprio come ha fatto Davis. Cosa che ad esempio non fece Meister in Pisa-Fiorentina, dove l'attaccante nerazzurro ci mise "solo" cinque secondi a segnare. Se solo avesse aspettato quei quattro secondi in più...
Lazio, le non notizie di Udine
Forse c'è da riscrivere la norma, passare dal concetto di immediatezza al concetto di possesso del pallone. Quindi invece di parlare di "tocca il braccio e immediatamente dopo viene realizzato un gol" passare a "tocca il braccio e rimanendo sempre in possesso del pallone realizza un gol". Parlare di immediatezza rimanda a sport con il cronometro come il basket, tutto è meno che un concetto calcistico. Se c'è una norma da riscrivere, quello che non viene riscritto è il modus operandi della Lazio. Puntuale come i giorni di paga a fine mese è arrivato il silenzio stampa, proprio come successo a fine novembre dopo Milan-Lazio. Visti i risultati (Parma, Cremonese e Udinese) forse si poteva pensare a una scelta strategica diversa. Forse si poteva pensare di mandare per la prima volta un esponente della società a parlare nel post-partita per esprimere una posizione forte. "Verba volant, scripta manent" direbbe il presidente Lotito, ma nel 2025 metterci la faccia può risultare ancor più efficace. Metterci la faccia può avere una maggiore risonanza mediatica e dare un volto a parole che vengono affidate solamente ai social. E metterci la faccia può dare anche la sensazione di voler proteggere un gruppo che sta facendo il massimo, ma che ha la sensazione di dover combattere con qualcosa di più grande.











