Non bello come Spalletti, ma feroce come Conte: il Napoli dimostra perché è campione d'Italia
Il Napoli non incanta come ai tempi di Spalletti, ma è feroce come Antonio Conte. Conquista, morde, indirizza il campionato. La vittoria per 2-1 sulla Juventus al Maradona certifica la terza affermazione consecutiva degli azzurri, la seconda in un big match dopo quella di Roma. Una prova di forza che vale il primato solitario, almeno per una notte, con 31 punti contro i 30 dell’Inter in attesa di Torino-Milan. E che soprattutto mantiene intatto un dato tutt’altro che secondario: nel 2025, nessuno nei top cinque campionati europei è ancora imbattuto in casa come il Napoli.
Per l’ex fischiatissimo Luciano Spalletti è invece un esame di maturità fallito. La Juve conferma i limiti già emersi in stagione: poca verticalità, gestione fragile del vantaggio, difficoltà croniche sulle palle alte. E proprio da un duello aereo nasce il gol decisivo di Hojlund, autore di una serata da protagonista assoluto. Dopo 922 minuti di digiuno, il danese si sblocca con una doppietta – un gol di potenza, uno di testa – che ribalta il momentaneo 1-1 firmato da Yildiz.
Il Napoli, anche con l'emergenza a centrocampo - con il solo McTominay disponibile e non al meglio, oltre a un grandioso Elmas in versione Lobotka - gestisce con maturità. Quando accelera, colpisce; quando serve controllare, abbassa i ritmi e difende con ordine. Neres è ancora una volta devastante, mentre la squadra di Conte mostra quella ferocia nei momenti chiave che era mancata nelle settimane più complicate. Il Maradona applaude una squadra solida, concreta, affamata. E ora anche un centravanti ritrovato.











