Triestina, ombre sui finanziamenti: indagine su fondi pubblici usati per sostenere il club
Nuovi sviluppi scuotono l’ambiente della Triestina. L’inchiesta condotta dalla Procura di Roma e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza sta infatti delineando un presunto sistema di finanziamenti irregolari che avrebbe coinvolto il club giuliano. Al centro dell’indagine compaiono figure già note alle cronache giudiziarie, come Antonio Scaramuzzino e Alessandro Di Paolo, considerato dagli investigatori il vero regista dell’intera operazione.
Secondo quanto riportato da AGI, un bonifico vicino al milione di euro sarebbe partito dalla Au 79, azienda di produzione con sede a Roma e legata alla famiglia di Di Paolo, per raggiungere le casse della Triestina. Una somma che, secondo gli inquirenti, rappresenterebbe una delle prove dei rapporti finanziari tra Scaramuzzino e Di Paolo e dell’utilizzo improprio dei fondi ricevuti da Banca Progetto.
La Au 79, infatti, avrebbe ottenuto nel dicembre 2022 un mutuo chirografario da oltre un milione di euro destinato – almeno formalmente – alla realizzazione di un lungometraggio. Un finanziamento che, secondo la Procura, sarebbe stato concesso senza reali verifiche sul merito creditizio e sulla destinazione d’uso, grazie anche alle omissioni dell’agente mandatario dell’istituto bancario.
Gli investigatori ritengono che parte di quei fondi sia stata dirottata verso il calcio minore tramite sponsorizzazioni fittizie o finanziamenti simulati, coinvolgendo non solo la Triestina ma anche altri club come Ternana, Ostiamare e, secondo alcuni sospetti, l’Ancona (sebbene in questo caso siano già arrivate smentite dalla Romana Film).
Per quanto riguarda la Triestina, gli inquirenti parlano di un totale di circa 16 milioni di euro transitati attraverso società di comodo riconducibili a Di Paolo, denaro richiesto per progetti mai realmente realizzati e poi utilizzato per sostenere economicamente il club.
La posizione di Di Paolo viene descritta negli atti come quella di “dominus” di una struttura complessa, caratterizzata anche da un ruolo attivo di alcuni familiari, titolari di quote in società coinvolte nelle stesse operazioni.











