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Sassuolo, parla Pinamonti: "Orgoglioso del mio percorso. E non smetto di credere alla Nazionale"

Sassuolo, parla Pinamonti: "Orgoglioso del mio percorso. E non smetto di credere alla Nazionale"TUTTO mercato WEB
ieri alle 13:00Serie A
di Tommaso Bonan

"Ho trovato un bellissimo gruppo, affiatati sicuramente dalla vittoria del campionato dell'anno scorso, dove hanno fatto un percorso bellissimo". A Sky Sport, direttamente dal ritiro di Ronzone, parla così Andrea Pinamonti, attaccante del Sassuolo rientrato alla casa madre dopo l'ultima stagione vissuta in prestito al Genoa: "Li seguivo perché, anche se io non ero qui, ho mantenuto i rapporti con le persone, come è normale che sia in questo sport quando condividi lo spogliatoio con persone vere. Sono contento per loro e ho trovato un gruppo molto affiatato, pronto per iniziare questa stagione".

Sei sempre stato un ragazzo molto ambizioso: la salvezza per te può bastare o senti di avere anche l'esigenza o il desiderio di lottare per qualcosa di più?
"Come tutti i calciatori, quando giocano ambiscono sempre al massimo per la propria carriera. Io sono contento del percorso che ho fatto finora e sicuramente il mio obiettivo è quello di migliorarmi sempre di più, cercando anche di superare i miei limiti. Ho già giocato tante volte il campionato per la salvezza e non è facile come si pensa fuori. Ci sono tante difficoltà che si riscontrano durante la stagione ed è bello viverle. Mi hanno fatto bene e mi hanno fatto crescere, ma per quest'anno non so ancora cosa mi aspetterà".

Sei andato in doppia cifra in tre degli ultimi quattro anni. Qualche mese fa hai detto “Sono convinto di potermi esprimere al meglio anche in una grande". Senti che in qualche modo è arrivato questo momento o sta per arrivare?
"Questo non sta a me dirlo. Io cerco di migliorarmi e fino a quando sarò qua farò sempre il massimo per la maglia del Sassuolo. Come ho sempre fatto, anche quando i momenti erano più difficili. Poi il mercato è ancora lungo e io non posso sapere cosa succederà".

Tu in una 'grande' sei cresciuto e hai anche un po' ha bruciato le tappe. Non solo con l'Inter, ma anche in Nazionale. Credi che quell'etichetta di enfant prodige un po' ti abbia costretto a dar sempre qualcosa di più rispetto agli altri?
"L’ho sempre detto che questa purtroppo è una cosa che non fa bene ai giovani calciatori, come magari non ha fatto bene a me allora. Perché quando uno è giovane ha solo bisogno di divertirsi anche con quella spensieratezza che si ha a 17-18 anni. Io fortunatamente non ho mai sentito una pressione in modo particolare per queste etichette che mi erano state messe, però sicuramente la gente si aspettava di più per le cose, appunto, che sono state create al di fuori di me come persona. Si è creato un personaggio e io su quello non potevo farci niente. Però sono molto contento della carriera che ho fatto perché tutti gli step mi sono serviti per arrivare a tre anni su quattro in doppia cifra, cosa che non è assolutamente scontata. Come ho fatto finora, cercherò di andare sempre oltre".

Ai giovani si dice sempre che è meglio se vanno a fare esperienza altrove. Secondo te, è corretta come visione o invece a volte è meglio che rimangano e trovino lo spazio che gli viene dato per cercare di crescere comunque all'interno di un contesto di campioni?
"Su questa domanda io mi sono sempre diviso sui due lati della medaglia. L'ho vissuta come situazione e il fatto di andare in prestito mi è servito tanto perché trovi ambienti diversi con idee diverse per vari allenatori, direttori, società. E questo ti aiuta tanto nel percorso di crescita. Dall'altra parte, quando entri in un giro di prestiti continui, può diventare una cosa controproducente perché ogni anno devi ricambiare, riadattarti e non è facile. Sicuramente serve fare esperienze, specialmente se magari sei in una squadra dove non potresti esprimere le tue qualità perché magari ci sono giocatori più forti davanti. Ecco magari sarebbe ideale una via di mezzo tra le due cose".

In questi anni in cosa ti senti cresciuto di più?
"Mi sento cresciuto sotto il punto di vista fisico, sicuramente, perché per quanto madre natura mi abbia dato una stazza fisica importante, ho dovuto migliorare tanto. Negli ultimi anni la Serie A, come tutti i campionati, sono aumentati sotto il punto di vista fisico, quindi ho dovuto anch'io incrementare. E poi sotto il punto di vista mentale. Avendo vissuto esperienze positive e altre un po' meno, ho dovuto affrontare momenti più difficili. Però sono questi che m'hanno fatto migliorare e diventare più forte".

E invece in cosa senti di voler migliorare ancora?
"Ci sono tante cose. Una è quella di restare costante nei novanta minuti della partita, anche se non è facile, specialmente quando sei in una squadra dove magari prevale la fase difensiva".

Carnevali ha detto "Sono contento di avere Pinamonti, non so dove ci porterà il mercato, ma non ci ha chiesto di essere ceduto e soprattutto vedo la giusta voglia in campo, anche negli allenamenti”. Ecco, con quale spirito vivi questo precampionato?
"Con la giusta voglia di migliorarmi, perché sappiamo tutti che il ritiro è la parte più importante della stagione, che è quella che ti permette poi di arrivare pronto al campionato. Sono contento di potermi allenare qui perché abbiamo a disposizione tutto per fare le cose fatte bene. La cosa più importante è mettermi in forma per me stesso e per la squadra. Poi, come dicevo prima, manca ancora un mese alla fine del mercato e non so cosa succederà".

Pensi ancora costantemente alla Nazionale?
"Questa è una domanda che mi viene fatta spesso e la mia risposta è sempre quella: non smetterò mai di crederci perché deve essere un obiettivo, senza presunzione, ma proprio un mio pallino che ho in testa e che cercherò in tutti i modi possibili di raggiungere".

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