Skorupski: "Il portiere è un ruolo di m***a. Gioco con i piedi? Prima dobbiamo parare"
L'evoluzione del ruolo del portiere è sotto gli occhi di tutti e Lukasz Skorupski, nel corso dell'intervista all'edizione di Bologna de La Repubblica, ha spiegato il suo punto di vista sul tema: "Ho sempre detto e continuo a dire che un portiere per prima cosa deve parare. Qualche allenatore ora guarda prima ai piedi che alle mani, secondo me se partecipi bene al gioco e poi prendi gol a ogni tiro i piedi non servono a niente. Il mister mi ha chiesto questo contributo e mi sono sforzato di accontentarlo".
Quando gli viene chiesto se avesse preferito nascere Lewandowski, il portiere risponde così: "No, nessuna invidia. Ma è vero che mio figlio Leo, che ha 7 anni e gioca attaccante nei Pulcini del Bologna, non vorrei che andasse in porta. Avrei paura che si facesse male, soffrirei se lo vedessi prendersi i rischi che mi prendo io".
Infine svela un retroscena proprio sul suo bambino: "È il mio primo critico: su quella palla dovevi uscire, mi dice alla fine, e il bello è che ha ragione, non so come faccia... Meglio giocar fuori, so cosa vuol dire. Se l’attaccante sbaglia, può rimediare. Il portiere mai. Fateci caso che il premio mvp a noi non lo danno mai, solo se pariamo un rigore. È un ruolo di merda".











