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TMW RADIO - Maspero: "La Juve è ancora la squadra da battere. Toro, non scherzare col fuoco"

TMW RADIO - Maspero: "La Juve è ancora la squadra da battere. Toro, non scherzare col fuoco"
© foto di Marcello Casarotti/TuttoLegaPro.com
giovedì 7 gennaio 2021, 18:56Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Riccardo Maspero intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Riccardo Maspero è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "La Juventus qualche difficoltà in partenza l'aveva avuta, si diceva soprattutto nell'assimilare le richieste di Pirlo e perché svantaggiata dall'aver cambiato allenatore senza fare però il ritiro. La Juve però, anche perché ha lo Scudetto sul petto, rimane la squadra da battere".

Ieri poi hanno vinto con un CR7 sottotono.
"Quando una squadra ha tanti campioni è normale che una volta giochi bene uno e una volta un altro. Ieri i cambi hanno fatto la differenza: il Milan era troppo tirato, ed ha finito per pagare".

Il Torino si sta riprendendo?
"I risultati utili consecutivi non sono mai per caso, significa che Giampaolo, anche lui allenatore nuovo, sta cercando di far capire le sue idee e i suoi concetti. Questo è fondamentale, il credere ciecamente in cosa dice l'allenatore. Serve però anche qualche vittoria, perché alla prima sconfitta la classifica rimarrà comunque brutta. I risultati non traggano in inganno nel pensare che la squadra è già a posto: bisogna intervenire. Intanto perché i tifosi meritano qualcosa in più".

A chi farebbe più comodo Torreira, al Toro o alla Fiorentina?
"Penso più al Torino in questo momento, perché un regista vero e proprio non ce l'hanno. La Fiorentina qualcuno con geometrie può averlo, come Pulgar. Mi ha fatto specie sentire Giampaolo ieri totalmente defilato sul mercato".

Come l'ha interpretata?
"Eh, mi ha lasciato tante piccole perplessità. In un momento del genere deve esserci tanta sinergia direttore-allenatore: se sbagli qualcosa, retrocedi. Si scherza col fuoco e non ci si può permettere".

Tra Roma, Sassuolo, Verona, Benevento e Spezia chi l'ha impressionata di più?
"La Roma mi piace molto, gran lavoro di Fonseca: meritano quella posizione e sono candidati a vincere. Certo, a Roma portare avanti un campionato di vertice è sempre complicato. Sono felicissimo poi per il Benevento di Inzaghi: lavoro stratosferico sul collettivo. Lo Spezia dice che se si seguono idee si può giocare bene anche nella massima serie".

Ribery trequartista con due punte è fattibile?
"Di concetto giocare 3-5-2 per me non esiste. La realtà è quella dell'Inter: palla lunga su Lukaku e Lautaro e si gioca su seconde palle e inserimenti di Barella. A me non piace come gioca, ci vuole una punta molto forte che fa salire la squadra, preferisco un 3-4-1-2, anche se so quanto il trequartista sia croce e delizia per il proprio allenatore e gli altri. Lui è la bilancia, e secondo me quel ruolo Ribery ha l'intelligenza per farlo. Anche perché non puoi avere solo Vlahovic lì davanti, a me tra l'altro continua a non entusiasmare ma diamogli tempo e spazio per migliorare: da solo non ce la fa, però".

A proposito di trequartisti, cosa non ha funzionato tra Eriksen e l'Inter?
"Cosa lo prendi a fare se non giochi con il trequartista? Può anche provare a fare la mezzala ma in un calcio come il nostro non è sempre facile adattarsi in certi ruoli. Evidentemente è stata sbagliata qualche valutazione in sede di mercato. Quando mette un vertice alto, poi, Conte ci preferisce un centrocampista adattato perché gli garantisce più equilibrio".

Capitolo Serie B: rischiano davvero in molti?
"Penso che il Monza faccia un campionato a parte e finisca per ammazzarlo. Per me arrivano, vanno in Serie A parliamoci chiaro. Delle altre non saprei, forse la SPAL può avere qualcosa in più ma per il resto c'è tanto equilibrio. Non vedo il Venezia tanto lontano dalla Cremonese, per esempio, per come giocano".

Sta deludendo la realtà di Cremona?
"Sembra sempre dover spaccare tutto con la forza della proprietà che ha, ma la realtà del campo è diverso. Ci vuole un gruppo consolidato e la serenità per permettere ai nuovi di inserirsi".

Riusciremo mai a vedere in breve una riforma della Lega Pro o ci sarà da contare chi rimane in piedi?
"In questi anni ho incontrato presidenti ambiziosi ed altri meno, senza capire però cosa si voglia fare di questa lega: senti parlare di voler valorizzare i giovani, ma si mettessero d'accordo una volta per tutte. In questo momento è un campionato troppo ibrido, che sta dando pochissimo. Oggi ci sono troppe variabili, vanno capite le disponibilità economiche per poi sedersi al tavolo. Sicuramente la Serie A deve mettersi una mano sul cuore e capire che se vuole un calcio competitivo deve guardare anche di sotto. Il calcio nasce dalle basi, e i dilettanti stessi hanno bisogno del sostegno della Serie A".

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