"Voglio restare e imparare". L'aneddoto di Osimhen al Wolfsburg: "Osservavo Mario Gomez"
"Sapevo che sarei cresciuto. Sapevo che sarei diventato grande". Si racconta senza veli e maschere Victor Osimhen, attaccante del Galatasaray che ha lasciato definitivamente Napoli e il club azzurro in estate per confermarsi in Turchia. Per la bellezza di 75 milioni, pretesi a più battute da Aurelio De Laurentiis nel momento del tira alla fune con i giallorossi. Il centravanti nigeriano non scorda di certo le sue origini, ossia la città di Lagos: "Ho iniziato a lottare davvero da giovanissimo. Il posto da cui vengo ha davvero plasmato la mia mentalità nella carriera e nel calcio. Il talento può esserci, ma se lavori così tanto in campo, se lotti così tanto, è impossibile non avere successo", ha dichiarato sul canale YouTube 'Smallie'.
C'è un fuoriclasse nel panorama calcistico odierno che prende come riferimento assoluto: "Prendendo Cristiano Ronaldo come esempio, tutti noi vediamo la sua passione. Anche a 40 anni, quando sbaglia un gol o perde una partita, lo vediamo arrabbiarsi. Per me questo è il giusto mindset. Dovremmo tutti prendere esempio da questo atteggiamento".
Del passato in Germania ha buoni ricordi, specialmente grazie ad un suo ex compagno che lo ha accompagnato lungo la sua evoluzione da calciatore: "I miei inizi al Wolfsburg non furono come mi aspettavo. Poi arrivò Mario Gomez, una grande leggenda; un centravanti esperto, uno dei più letali del calcio mondiale. Quando arrivò, andai dai dirigenti del club e dissi: 'Voglio restare perché voglio imparare'", l'aneddoto di Osimhen. "Sapevo di avere tempo, quindi volevo imparare. Quando iniziavamo gli allenamenti, lo osservavo: i suoi gol incredibili, il tocco di palla, la lettura del campo, le trappole del fuorigioco… rimanevo a bocca aperta. Allenarsi con Mario Gomez è stata davvero un’esperienza incredibile".











