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Colavitto: "Rimini, ferita per tutto il calcio. Nel Girone C non ci sono match scontate"

Colavitto: "Rimini, ferita per tutto il calcio. Nel Girone C non ci sono match scontate"
Luca Bargellini
Oggi alle 11:19Serie C
Luca Bargellini
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TMW Radio / A Tutta C
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Ex tecnico di Ancona e Giugliano, Gianluca Colavitto ha analizzato i temi del torneo di Serie C, dentro e fuori dal campo, attraverso i microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione 'A Tutta C':

Mister, partiamo dalla vicenda Rimini. Da uomo di calcio, che idea si è fatto?
"Mi dispiace molto. Dietro una società ci sono lavoratori fondamentali: magazzinieri, fisioterapisti, dottori, persone che sorreggono l’intero mondo calcistico. Ho vissuto una situazione simile con l’Ancona e so cosa significhi. Rimini è una piazza appassionata, aveva investito sulle strutture e veniva dalla vittoria della Coppa Italia. Una ferita per tutti, anche per la regolarità dei campionati".

Il gruppo squadra ha comunque onorato maglia e campionato.
"Assolutamente. Quelle figure 'di contorno' sono indispensabili. Hanno rispettato tutto e tutti in una situazione difficilissima: meritano un grande applauso".

La scomparsa del Rimini ridisegnerà la classifica del Girone B. C’è qualcosa da rivedere nel regolamento?
"Secondo me sì. Le partite giocate dovrebbero restare valide: qualcuno viene inevitabilmente penalizzato e non è giusto. Ma saranno gli organi competenti a decidere".

Le tre protagoniste sembrano essere Arezzo, Ravenna e Ascoli.
"Ravenna non mi sorprende: società forte, allenatore ambizioso e squadra con buon mix. Ascoli ha blasone e un progetto tecnico chiaro. L’Arezzo ha dato continuità al lavoro iniziato l’anno scorso. Anche qui sarà una corsa lunga".

Passando al resto, nel Girone C ci si aspettava un duello tra Catania, Benevento e Salernitana. Aggiunge il Cosenza alla lista?
"Sì. Le piazze sono importanti e le squadre costruite per vincere. Non mi sorprende il Cosenza, anche se ripartire dopo una retrocessione non è semplice. Poi ci sono organici molto solidi come Casertana, Crotone, Potenza e Trapani. E la sorpresa Casarano, neopromossa con idee e entusiasmo".

È un girone equilibratissimo, anche in zona bassa.
"Trovare una squadra materasso oggi è impossibile. Foggia, Picerno e Siracusa lotteranno fino alla fine. Sarà un girone aperto su tutto: promozione diretta, playoff, retrocessione e play-out. E il mercato invernale potrà ancora cambiare molte cose".

Negli ultimi anni le grandi del Girone C hanno poi sofferto ai playoff. Campionato troppo logorante?
"Può darsi. Si spendono tante energie, mentali e fisiche. E la formula dei playoff, molto allargata, crea lunghi stop che possono incidere quando devi ritrovare subito ritmo e intensità".

Nel Girone A, invece, il Vicenza sembra avere una marcia in più.
"È difficile immaginare un loro crollo. Hanno società solida, tecnico che conosce la categoria e un contesto ideale per fare il salto. Vincere la C è durissimo: chi ci riesce compie un’impresa".

C’è una squadra che l’ha delusa?
"Mi aspettavo qualcosa in più dalla Virtus Verona. Mister Fresco conosce la categoria e penso si riprenderanno, ma vederli così indietro sorprende. Quanto al Cittadella, è fisiologico soffrire dopo retrocessione e cambio tecnico, ma ora stanno risalendo e ai playoff saranno una rivale molto scomoda".

Il dibattito sulle seconde squadre divide tifosi e ambiente. Lei come la vede?
"Da dirigente di Serie A la vedrei positivamente: prima i giovani venivano mandati a squadre di C, che di fatto valorizzavano i talenti altrui. Con la seconda squadra tutto resta 'in casa'. Capisco però le tifoserie che vedono posti tolti ad altre realtà. Il compromesso è non aumentare troppo il numero di seconde squadre: una per girone è un equilibrio corretto".

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