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Juve Women, Gama: "Scudetto e Coppa Italia? Cominciamo dalle partite che avremo ora"

Juve Women, Gama: "Scudetto e Coppa Italia? Cominciamo dalle partite che avremo ora"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 27 febbraio 2024, 19:19Serie C
di Claudia Marrone
fonte Camillo Demichelis

Se mi aspettavo tutte le celebrazioni delle tue compagne? È stata una sorpresa. Sono state molto brave, perché non penavo di sorprendermi più di niente. Io ero in campo, bella intenta a fare le interviste, non avevo visto che la squadra aveva lasciato il campo. Quando ho voltato la testa le ho viste così. Goliardia di altissimo livello. Sono state molto brave, grande idea. La mente dietro tutto è Rosucci, poi dopo le ragazze tra chi ha ordinato le parrucche, chi ha fatto il resto… Mi hanno regalato una fascetta con belle scritte. Poi a cena mi hanno conciata per le feste. Era tutto inaspettato, è stata festa come volevo che fosse": così, attraverso il canale Twitch del club, il difensore e capitano della Juventus Women Sara Gama.

Contenta della tua ultima partita?
“È stata una partita da 0-0, il pubblico magari voleva vedere i gol. Però vabbè, pari e patta. C’è stato un avvicinamento particolare per me e tutta la squadra. Poi sono stati fatti esperimenti, gli automatismi non sono uguali. Puntavamo a vincerla, non siamo andati lì per pareggiare ma dai va bene così”.

Che effetto ti fa ricevere tanti messaggi di ringraziamento per la tua carriera?
“Ne arrivano abbastanza ed è molto bello. Anche da genitori che hanno una figlia che si riconosce in te e vogliono passare questo bel valore e ti scrivono. Ricordano i passi avanti fatti che sono importanti. Queste cose danno una bella spinta sempre”.

Quanto sei legata al numero 3?
“Mi è sempre piaciuto da quando ero piccola. Mi piacciono più i numeri dispari. Da tempi antichi è così, è un simbolo fondamentale. Mi piace come è scritto poi rientra moltiplicato in altri numeri a cui tengo. L’ho scelto così, lo porto da anni ma prima indossavo anche altri numeri. Quello che ho sempre detto è cosa porti in campo, quello è importante”.

Hai sempre portato tanti valori in campo?
“Il sacrificio, il correre e fare fatica per una compagna. Tutti rincorriamo la palla che è fondamentale. Poi bisogna correre tanto e aiutare le tue compagne. Puoi avere numeri bellissimi sulle spalle, ma devi portarti anche altro come la gioia di giocare, alla fine è quello che ci fa continuare a fare questo bellissimo sport”.

Come ci si sente a essere un esempio?
"Nel corso degli anni le persone ti riconoscono questa cosa. Tutte noi abbiamo capito di essere modelli e essere un simbolo. Questo è molto bello e ti dà la misura di quanto si è fatto. Siamo state brave ad andare avanti quando non era così semplice, poi abbiamo fatto cose importanti per migliorare la nostra qualità e quello che c’è attorno. Abbiamo avuto la voglia di perseguire certi obiettivi siamo arrivate a raggiungere tappe importanti e certi traguardi. Uno non parte dicendo diventerò un simbolo".

Come si è sviluppato il calcio italiano?
"Ero andata all’estero perché lì potevo andare in un club professionista, in Italia era tutto differente. Ho fatto due anni al PSG, per vedere cosa c’era e per una sfida anche con me stessa, perchè ti misuri sapendo che li trovi giocatrici più forti".

Cosa pensi dei commenti fatti sui social in merito alla guardalinee che si è ferita sbattendo contro una telecamera?
"Ho visto le immagini della guardalinee che si è fatta male e ho sperato che guarisse presto. Poi mi hanno detto che è montata una forte discussione perchè ci sono stati dei commenti di cattivo gusto. C’è una persona prima ancora che una guardalinee che si è fatta male. Se io vedo una persona piena di sangue in faccia mi viene da cercare di sostenerla. Poi che sia una donna e ci ritroviamo con certi commenti non è una novità, ci dobbiamo porre la domanda del cosa stiamo facendo per cambiare culturalmente le persone. C’è un problema che va al di là del calcio".

Gli obiettivi restano lo scudetto e la Coppa Italia?
"Cominciamo dalle partite che avremo adesso. Ci prepariamo e ci rituffiamo sui nostri impegni. C’è molto in palio e bisogna stare sul pezzo fino alla fine".

Si sente la fascia di capitano sul braccio?
"Si si sente, ma a me è sempre venuto naturale avere un certo tipo atteggiamento. A volte la verità è che ci sono varie interpretazioni su cosa può fare una capitana. Come tutte le cose non c’è mai una via giusta. Serve incutere anche un po' di timore di quando le cose non vanno bene".

Hai ancora dei sogni?
"Sono diventata grande molto presto, ci sono cose che faccio da tanti anni. Alla fine l’impegno in AIC è cominciato, i calciatori vengono invitati ad impegnarsi per migliorare il quotidiano. Poi per me è andato oltre, ho trovato che l’associazione fosse uno strumento per cambiare le cose anche attorno al campo. Da dentro te ne rendi poco conto ma incide su quello che facciamo. E’ una cosa molto bella. Poi mi sono sempre preparata, ho preso la mia piccola laurea. Ho fatto il corso da Ds perché non si sa mai, è sempre bene tenersi tutte le porte aperte. Stare ferma troppo non mi piace. Si tratta di non rimanere fermi in generale, non è solo fare un master o meno, ma applicare la propria mente o una capacità manuale. Ora seguo diverse cose, nella politica sportiva ci sono poi magari un giorno farò tutt’altro. Magari posso fare anche qualcosa fuori dal calcio. A volte farsi contaminare è anche bello".

Cosa hai provato la prima volta che hai indossato la maglia della Juve?
"A me piace raccontare il primo giorno con la maglia da allenamento qui al J Medical, per fare le visite. Ho tanti ricordi belli, questo è stato uno dei più emozionanti. Eravamo emozionate, ma anche spaventate in senso buono, ovviamente, perché ci rendevamo conto di dove eravamo arrivate. Con quel giusto timore reverenziale per riuscire a dare il meglio. Non avevamo neanche il coraggio di dire le nostre emozioni. Conoscendoci da anni abbiamo capito che alla fine provavamo tutte la stessa cosa".

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