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L'agente di Parigi sull'addio al Rimini: "Situazione degenerata in estate. Non si capiva nulla"

L'agente di Parigi sull'addio al Rimini: "Situazione degenerata in estate. Non si capiva nulla"TUTTO mercato WEB
© foto di Ufficio Stampa Arzignano
Oggi alle 18:34Serie C
di Tommaso Maschio
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TMW Radio / A Tutta C
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Il procuratore Federico Valentino ha parlato ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione A Tutta C soffermandosi sull’addio di Giacomo Parigi al Rimini e sulla situazione in casa romagnola: “Lì non avevamo solo Giacomo Parigi, ma anche Leonardo Vitali, il portiere che è sceso in campo contro la Ternana. La situazione è andata via via degenerando già da dopo la vittoria della Coppa Italia, se devo dirvi la verità, quando si iniziava a percepire un po' di instabilità societaria. Poi le cose sono completamente degenerate questa estate, in un grande clima di incertezza. Questo è il motivo per cui abbiamo cercato in ogni modo, in questo mercato, di tirar fuori Giacomo Parigi da lì. Tra tante squadre che potevano essere interessate a lui per il campionato che aveva fatto l'altro anno, il Latina è stata forse quella che è stata più sul ragazzo. Anche perché Luigi Condò è stato direttore sportivo della Vibonese, dove Giacomo Parigi giocava qualche annetto fa, quando anche Condò era il direttore di quella squadra. Che dirti? Situazione difficile, sicuramente”.

Per quanto riguarda la quotidianità, ora mi riferisco a Giacomo Parigi – senza mettere in secondo piano Vitali, ma per l'importanza del giocatore – come l'ha vissuta? Tu che hai avuto contatti costanti, com'era la situazione per lui e per tutti i ragazzi?
“La tensione è stata crescendo nel corso dei giorni, in questa estate. In un primo momento i ragazzi si sono trovati a fare un ritiro che è stato messo in piedi con grandissimo impegno, ma molto "stretto" da parte del direttore sportivo Antonio Di Battista, che era ovviamente il direttore sportivo che veniva dalla scorsa proprietà. Poi il clima è diventato abbastanza incerto: non si riusciva a capire la stabilità societaria, chi erano i personaggi che la componevano, chi erano i rappresentanti. C'è stato un passaggio di società molto discusso e seguito dai media. Non si capivano bene questi asset, queste società che si presentavano a colloquio con la presidente Di Salvo, e che garanzie potessero portare, nonostante quello che era successo l'altro anno. Già nel calcio italiano abbiamo visto il Catania e tante altre squadre, quello che hanno subito nella scorsa stagione. I ragazzi si conoscono tutti, quindi avevano un po' di conoscenze nelle squadre che l'altro anno avevano vissuto stagioni molto difficili. Si è creato un clima nella quotidianità molto pesante perché ovviamente loro erano molto spaventati per la loro sicurezza economico-finanziaria e anche per quella delle loro famiglie. Ricordiamo che questi ragazzi sono calciatori di professione, quindi hanno delle responsabilità finanziarie”.

La Serie C, non parliamo di Serie A o B, ha bisogno di stabilità. Fare il calciatore in Serie C non è come in Serie A, dove uno stipendio con un mese di ritardo può non essere un problema. In Serie C gli complichi enormemente la vita
“Esattamente. In alcuni casi ci sono dei ragazzi che vengono retribuiti secondo il minimo federale, che è uno stipendio assolutamente normale come in qualsiasi altra professione”.

Parliamo del Latina. Tu prima hai accennato all'importanza della presenza del direttore sportivo Condò. È una squadra che ha cambiato anche in termini di direzione sportiva. Al di là delle novità, ha le qualità per giocarsi le sue chance in chiave playoff? Con Parigi in più, ancora meglio
“Sì, hanno fatto due ultimissimi acquisti sul filo di lana con Parigi e Hergheligiu, sono giocatori che cercavano un po' tutti. C'è da dire che sono stati molto bravi e perseveranti nel seguire questi due obiettivi. Sappiamo com'è il mercato dell'ultima settimana, degli ultimi giorni: un mercato di incertezze e di rischi. Il Latina si è preso un grosso rischio con Giacomo proprio perché la situazione a Rimini era molto incerta. Fino alla fine non si sapeva se tutti questi giocatori – non parlo solo di Parigi, ma anche ad esempio Garetto, Langella, Megelaitis, che poi è riuscito a rescindere – potessero lasciare il Rimini nelle ultime ore. Quindi il Latina, con il direttore sportivo in primis, supportato dal presidente e dal direttore generale, ha insistito e rischiato nell'aspettare Parigi. Alla fine, diciamo, ci sono un po' incastrate tutte le situazioni, siamo stati bravi a volere tutti insieme raggiungere l'obiettivo e ce l'abbiamo fatta. Apro una parentesi per chiarire quello che era uscito nei giorni scorsi: si era letto che Giacomo Parigi era andato a Latina perché era stato dato lavoro alla moglie all'ospedale. Questa è una grossa inesattezza. Giacomo va a Latina perché il Latina è stata la squadra più brava nel saper rischiare e aspettare per poter prendere un giocatore come lui e a investire su di lui”.

Allarghiamo un attimo il ragionamento sul Girone C. Parliamo di un Catania in vetta con tre vittorie su tre, 11 gol fatti e zero subiti. È vero che la Salernitana deve recuperare, ma possiamo dire che il Catania ha già fatto capire che ci sarà fino in fondo per tornare in Serie B, nonostante avversarie agguerrite?
“Io un pochino lo spero. Secondo me il Catania merita di tornare ai fasti di un tempo. È una città che vive di calcio, che è trascinata dal calcio; il Massimino quando è pieno è uno spettacolo per tutti gli appassionati. Certo, ci sarà da lottare quest'anno perché le squadre che hai nominato sono importanti e lotteranno fino alla fine. Il Girone C è sempre il più affascinante ma anche il più difficile. Siamo solo all'inizio, abbiamo seguito negli anni quello che succede durante una stagione. Certo, iniziare bene dà una spinta in più, però la cosa più importante è essere continui nell'arco della stagione. Abbiamo visto squadre fare grossi scivoloni e perdere miseramente. Io credo che il Catania quest'anno stia ponendo delle belle basi, ma dovrà lottare duramente. Il campionato di C è molto difficile; si vince uno per girone e poi ci sono quei playoff che sono veramente una lotteria, un incubo se li devi giocare, secondo me”.

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