Vicenza, duro comunicato dei tifosi: “Responsabilità evidenti di giocatori e società”

È ancora cocente la delusione in casa Vicenza per l’eliminazione dai play-off e per la conseguente necessità di dover passare ancora un anno in Serie C. Di seguito riportiamo a tal proposito un duro comunicato da parte della Curva Sud Vicenza, volto a non risparmiare né giocatori né società:
La rabbia e la delusione per l'ennesimo traguardo fallito all'ultimo metro sono profonde, brucianti. Le colpe, come ogni volta, risultano difficili da identificare con chiarezza e razionalità. Ma una cosa è certa: il fallimento sportivo è sotto gli occhi di tutti, e il bilancio, dopo otto anni di gestione Rosso, parla chiaro. Sarà nuovamente Serie C.
I giocatori portano sulle spalle una fetta evidente di responsabilità: l'ennesima partita decisiva fallita per mancanza di lucidità, ardore e cattiveria agonistica che distingue i vincenti da chi resta a guardare. Tuttavia, anche la società non può e non deve sottrarsi dalle proprie responsabilità, perché nel calcio vale una regola tanto semplice quanto impietosa: chi vince ha ragione, chi perde ha torto.
Grave, gravissima, è stata la totale assenza di segnali, parole, prese di posizione da parte dei vertici societari e dirigenziali. A fine partita a Terni nessun dirigente ha sentito il dovere di metterci la faccia. Da Seeber, sinceramente, poco ci aspettavamo, considerato il suo totale distacco da tutto l'ambiente biancorosso, un distacco che riguarda tutto e tutti: dai dipendenti della società, alla squadra, alla direzione tecnica, fino all'intera tifoseria. Ma ancora più inaccettabile è stato il silenzio della proprietà.
Se qualche socio, di maggioranza o di minoranza, può sentirsi giustificato a tacere, non lo può fare chi ricopre un ruolo cardine come quello di presidente. In momenti come questi, il silenzio pesa più di mille parole.
Questo popolo, ancora una volta, si è superato per amore e passione. Lo ha fatto in casa e lo ha fatto in trasferta. A Terni, nonostante tutto, eravamo lì. Ma a fine partita abbiamo deciso, con dolore e con consapevolezza, di abbandonare il settore ospiti sulle note del nostro inno, lasciando il vuoto che meglio rappresentava il nostro stato d'animo: delusi, stanchi, traditi. Un gesto forte, ma necessario. Perché non siamo disposti a restare spettatori passivi di un film già visto troppe volte.
Questo gesto è stato la sintesi di un malessere profondo, delle motivazioni elencate fin qui e di un amore che non può continuare a essere calpestato. Da giorni ci stiamo confrontando e stiamo discutendo, ma prima di prendere decisioni drastiche pretendiamo segnali chiari, inequivocabili. Pretendiamo una svolta vera, professionale e di competenza in tutto l'apparato dirigenziale, perché solo su basi solide si costruisce una squadra all'altezza dei suoi tifosi.
Il tempo delle promesse è finito da un pezzo. Come la nostra pazienza.
