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Olbia in crisi societaria, i giocatori scioperano: "120 anni di storia calcistica lasciati morire"

Olbia in crisi societaria, i giocatori scioperano: "120 anni di storia calcistica lasciati morire"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 17:04Serie D
di Claudia Marrone

Una crisi societaria che non tende a placarsi, che dura ormai da diversi mesi, ovvero da quando l'Olbia è retrocessa in Serie D, e che ha raggiunto l'apice dopo il pesante ko interno nel derby contro il Sassari Latte Dolce, che ha sbancato il 'Nespoli' con un tennistico 1-6. Un passivo che ha portato squadra e staff tecnico a rompere il silenzio e proclamare sciopero: oggi nessuno si allenerà.
A spiegare il tutto, come si legge su tuttocagliari.net, giocatori e appunto staff, attraverso la lettera aperta che di seguito riportiamo:

"Dopo mesi di silenzio crediamo sia giunto anche per noi il momento di parlare. Fino a oggi il nostro unico obiettivo è stato quello di lavorare con serietà e impegno, accogliendo come nostra questa difficile sfida. Crediamo sia però necessario prendere una posizione netta ed esprimere il nostro pensiero. Come prima cosa ci sentiamo in dovere di chiedere ancora una volta scusa alla città per la sconfitta di domenica. Il supporto ricevuto a fine gara dalla curva e dal Nespoli intero fortifica questo prezioso legame. A voi diciamo grazie.

Ma martedì non prenderemo parte alla seduta di allenamento per dare un segnale deciso e coeso, condividendo con tutti voi le nostre motivazioni. Dopo mesi di incertezze, chiediamo a gran voce rispetto per noi e per questa maglia. Noi gruppo squadra oggi patiamo il silenzio di una proprietà assente e inoperosa. È solo grazie a voi tifosi, ai dipendenti dell'Olbia Calcio e al gruppo di volontari del Comitato che si sono stretti attorno a noi, che non ci siamo mai sentiti soli nemmeno un istante, ma è arrivato il momento di avere risposte e certezze. Chiediamo alla proprietà di riparare al danno fatto, di aver rispetto di chi lavora e soprattutto di una città che vede 120 anni di storia calcistica lasciati morire".

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