Lo sdegno del mondo del giornalismo e della politica per l'attentato a Sigfrido Ranucci

L'esplosione ha coinvolto le macchine del conduttore di Report e della figlia, parcheggiate davanti all'abitazione, a Pomezia. Mattarella: 'Severa condanna per l'intimidazione' a Ranucci. Meloni: 'Grave atto intimidatorio'
Un ordigno con circa un chilo di esplosivo posizionato vicino all'auto del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci.
E' quanto accertato dagli investigatori intervenuti dopo l'esplosione che ha coinvolto le macchine del giornalista e della figlia parcheggiate davanti casa a Pomezia. Dai primi rilievi, sembra che l'ordigno sia stato piazzato tra la vettura e un cancello. I residui sono stati sequestrati e verranno sottoposti ad accertamenti. Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri che stanno acquisendo le immagini delle telecamere ad ampio raggio che potrebbero aver immortalato chi ha piazzato la bomba.
L'ordigno rudimentale che ha danneggiato le auto del giornalista Sigfrido Ranucci, fuori la sua abitazione a Pomezia, non è stato azionato a distanza o con un timer ma è stato lasciato, presumibilmente con la miccia accesa, tra due vasi esterni alla villetta. È quanto emerge dalle prime verifiche investigative svolte dai Carabinieri coordinati dai pm della Dda. Gli inquirenti stanno cercando eventuali telecamere che abbiano immortalato il momento cui l'ordigno è stato lasciato.
Meloni: atto di gravità inaudita
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime piena solidarietà a Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. " Severa condanna per il grave gesto" dichiara il Capo dello Stato Sergio Mattarella. "Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione " dichiara il ministro Piantedosi
Mattarella: "Severa condanna" per grave gesto
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo "severa condanna" per il grave gesto intimidatorio. Lo si è appreso al Quirinale.
Attentato a Ranucci: Ucsi, “colpire un giornalista significa colpire democrazia e libertà”
“Sconcerto per il gravissimo e inquietante atto intimidatorio che ha distrutto l’auto del giornalista Sigfrido Ranucci e danneggiato quella della figlia, parcheggiate davanti casa”. Ad esprimerlo sono i giornalisti e i comunicatori dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), che a tal proposito ricordano, tra i presidenti nazionali, “una luminosa figura mai dimenticata, Emilio Rossi, che per una vita ha subito gli effetti di una gambizzazione a seguito di un attentato a mano armata”. “Speravamo – aggiungono – che la stagione delle bombe, della violenza, della paura, delle dovute scorte di protezione per chi fa solo il proprio lavoro fosse archiviata, ma dobbiamo registrare che così purtroppo non è. Quando si colpisce un giornalista si colpiscono la democrazia, la libertà, il pluralismo. A Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà, auspicando che si faccia piena luce su quanto avvenuto per risalire a esecutori e mandanti di questo vile atto”.
Sigfrido Ranucci vive da anni sotto scorta, dopo ripetute minacce. È stato spesso oggetto di delegittimazione da parte della politica e persino dai vertici della sua stessa azienda. Le sue inchieste hanno toccato poteri forti, interessi opachi ed è proprio questo il compito del giornalismo d’inchiesta: svelare le verità scomode che altri vorrebbero nascondere. Quando si tenta di zittire un giornalista, quando lo si minaccia o lo si intimidisce non si colpisce solo una persona: si colpisce l’intera comunità perché è un attacco all’opinione pubblica, è un attacco alla libertà di stampa. E quando in un paese viene messa in discussione la libertà di stampa, allora è la democrazia stessa a essere messa in discussione.
Per questo chiediamo che venga fatta piena luce su quanto accaduto, che si accertino le responsabilità e che la magistratura abbia tutto il sostegno necessario per arrivare rapidamente alla verità. Chiediamo inoltre al governo di riferire immediatamente in parlamento: non bastano le parole di rito, serve una risposta forte e concreta da parte dello Stato. Essere vicini a Sigfrido Ranucci significa essere vicini a tutti i giornalisti che, ogni giorno, lavorano per informare i cittadini. Difendere loro significa difendere la democrazia”. Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.
