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Scholes abbandona il ruolo di commentatore per prendersi cura del figlio con autismo

Scholes abbandona il ruolo di commentatore per prendersi cura del figlio con autismoTUTTO mercato WEB
Gaetano Mocciaro
giovedì 30 ottobre 2025, 17:11Calcio estero
Gaetano Mocciaro

Paul Scholes, leggenda del Manchester United, ha deciso di abbandonare la carriera da commentatore sportivo per prendersi cura del figlio Aiden. Si tratta di un ragazzo con disturbo dello spettro autistico, una neurodivergenza che richiede costanti attenzioni.

51 anni, Scholes ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2013 e da allora è rimasto nel mondo del calcio prima come allenatore e successivamente come opinionista e commentatore. Fino alla recente decisione, così motivata al podcast "Stick to Football":

"Tutto quello che farò da ora sarà incentrato su di lui. Faccio lavoro da studio ma tutto è costuito attorno alla sua giornata. La stagione scorsa seguivo il Manchester United nei giovedì di Europa League ed era la notte in cui era con me. Si agitava, mordeva e graffiava. Si rendeva conto che lo schema non era lo stesso". Aiden è il figlio più piccolo di Scholes, che ha avuto dall'ex compagna Claire, con la quale si divide la settimana per l'accudimento del figlio: "Non sto più con Claire, quindi lo teniamo per tre sere ciascuno, e la madre di Claire lo tiene il venerdì. Facciamo sempre le stesse cose con lui, perché non sa che giorno della settimana è o che ora è".

Scholes ha descritto le giornate tipo con Aiden: "Lo prendo ogni martedì al centro diurno e andiamo a nuotare. Adora nuotare. Poi gli compriamo la pizza mentre torna a casa. Il giovedì usciamo a mangiare e poi torniamo a casa. La domenica andiamo al Tesco, dove riempie il suo carrello di cioccolatini. Quindi, non sa che giorno è, ma lo sa dalle nostre attività".

Aiden, 20 anni, è un ragazzo non verbale e proprio tale condizione porta a enormi disagi: "Ti mordeva il braccio o ti graffiava per la frustrazione perché non capiva le cose. Non ho mai avuto un attimo di tregua, nemmeno quando giocavo", ha rivelato. "Ricordo una trasferta contro il Derby... Semplicemente non volevo essere lì. L'allenatore mi ha escluso la settimana successiva e non avevo detto a nessuno cosa stava succedendo".

Si stima che solo in Italia un bambino su 77 abbia un disturbo dello spettro autistico, equivalente a 500mila famiglie colpite.

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