Guagni dà l'addio al calcio giocato: "I miei sogni erano legati allo sport, ora voglio una famiglia"

Come è già stato reso noto nella giornata di ieri, Alia Guagni ha dato l'addio al calcio giocato, chiudendo la sua carriera tra le fila del Como Women, che ieri la ha omaggiata con una maglia celebrativa per ricordare tutto quello che ha fatto in carriera, che la stessa ormai ex calciatrice ha così commentato nella conferenza stampa dei saluti: "Questa maglia è molto speciale. È una sorta di curriculum, anche se fino a ora non mi era mai servito. Ma rappresenta una realtà importante: molte calciatrici, una volta smesso di giocare, devono reinventarsi. È un momento emotivamente difficile, perché non si sa bene cosa fare. Con questa maglia vogliamo lanciare un messaggio: aiutiamo le atlete a costruirsi un futuro anche dopo il calcio. Speriamo che questo possa cambiare un po’ la mentalità e il modo di vedere le cose".
Ha poi aggiunto: "In questi anni ho cercato di dare tutto. Non è stato facile, e non lo sarà nemmeno nei prossimi anni, ma spero che, grazie a quello che ho fatto io e tante altre, oggi qualche ragazza possa avere una strada un po’ più semplice. Questo era il nostro obiettivo".
Nota anche sul futuro e la famiglia: “Fino a oggi ho vissuto praticamente solo di calcio. Tutti i miei sogni erano legati a questo sport. Ora ne ho uno nuovo: costruire una famiglia. Vengo da una famiglia bellissima e unita, e questo è ciò che sogno anche per il mio futuro. Una maternità. Al momento, questa è la mia priorità. Poi vedremo cosa verrà. In tanti mi hanno chiesto: ‘Sei pronta a diventare mamma?’. È una domanda che mi ha colpita molto, mi ha toccata. Credo sia un passaggio naturale, ma anche molto emozionante. I miei genitori? Loro mi hanno sempre supportata in tutto: in ogni scelta, sportiva e di vita. Sono stati la mia forza, in tutti i sensi. Quando non potevo vivere di calcio, mi hanno permesso comunque di provarci. Sono stati la mia spinta, la mia roccia, sempre".
Conclude: "Ho scelto di smettere ora, quando ancora tutti mi dicono di non farlo. Ma sentivo che questo era il momento giusto. Mi piace l’idea di chiudere così, mentre c’è ancora chi avrebbe voluto vedermi in campo fino all’ultimo secondo".
