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Simone si è ripreso l’Inter: in due mosse. La Juve vince ma il Toro è un disastro. “Como si fa?” Fabregas, Henry e le figurine. Quanti soldi buttati. Cannavaro, benvenuto in Italia

Simone si è ripreso l’Inter: in due mosse. La Juve vince ma il Toro è un disastro. “Como si fa?” Fabregas, Henry e le figurine. Quanti soldi buttati. Cannavaro, benvenuto in ItaliaTUTTO mercato WEB
lunedì 17 ottobre 2022, 09:24Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Lo avevano fucilato e gli avevano piazzato una X sopra, grande quanto una casa. Uno, leggermente debole, ci sarebbe cascato e sarebbe crollato. Simone Inzaghi, invece, ha saputo rispondere colpo su colpo anche alla famosa vigliaccata prima della gara con il Barcellona quando, giornali vicini al club, hanno fatto trapelare che era stato lui a non volere Dybala. Vista la fragilità fisica dell’argentino non era mica male la lettura; seppur non sua. Inzaghi senza troppe chiacchiere, quelle che da due anni fa Allegri, si è ripreso l’Inter e gli interisti. L’Inter con il patto di ferro, la determinazione e i risultati soprattutto di Champions. Gli interisti con la mossa Onana. E quando diciamo interisti intendiamo anche i calciatori perché un allenatore che va contro la società ha dimostrato competenza e personalità. In effetti la società più che aiutare ha solo messo in difficoltà l’allenatore che ha dovuto sponsorizzare Di Marco come nuovo Perisic, ha dovuto fare i punti senza Lukaku che si sta conservando per il mondiale e ha preso una decisione su Onana, sapendo che tenere Handanovic in panchina non ti aiuta nella gestione dello spogliatoio. I 4 punti con il Barcellona, i 6 punti in campionato nelle ultime due giornate hanno ridato entusiasmo all’ambiente nerazzurro. Grazie al suo allenatore che, ingiustamente, avevano identificato come il male principale degli insuccessi della squadra. Che non sia Conte, lo ripetiamo, lo sappiamo.

La Juventus è stata uno scempio in Champions ma anche in campionato abbozza una prova di rilancio grazie al derby vinto. Per salvare la stagione ci sarebbe un solo modo: vincere lo scudetto. Ad oggi appare impossibile. La figuraccia europea, in un girone più che abbordabile, ha fatto crollare la passione verso questa squadra, fatta di troppe prime donne viziate e di calciatori con voglia di sporcarsi la maglietta sono rimasti in pochi. Le colpe di Allegri, da 0 a 100 sono 101, però è anche vero che questi calciatori stanno facendo di tutto per non aiutare allenatore e società. La vittoria nel derby è stata la vittoria del riscatto sociale più che della classifica. Un pizzico di amor proprio contro un Torino imbarazzante, costruito male e gestito peggio. Vagnati è il principale colpevole e, quando si prendeva a botte con Juric, forse si doveva picchiare da solo davanti allo specchio. L’allenatore non aveva tutti i torti quando stava capendo l’andazzo sul mercato. Squadra spenta, per non dire morta, tutti contro tutti e allenatore non contento dei calciatori che ha a disposizione, non essendo la rosa ideale per il suo modo di giocare. Sta di fatto che il Torino non ha vinto il derby neanche contro la peggior Juventus degli ultimi 10 anni. Anzi, far rinascere i bianconeri nel derby è un vero e proprio merito. Vagnati non è Petrachi e il Torino ne risente sul mercato e nella classica gestione della settimana.
Facciamo un salto anche in serie B. Il Modena, come lo scorso anno, parte male e poi rialza la cresta clamorosamente. Tesser è un maestro di queste categorie. C e D. L’analisi è, però, sull’ennesimo sprofondo del Como. Società ricca, forse più di Milan, Inter e Juve, che continua a buttare soldi in una pessima gestione tecnica e troppo rivolta al marketing. Le maglie sono belle, prendiamo Fabregas per finire sui giornali di mezzo mondo, ci facciamo la foto con lo sfondo del Lago, poi facciamo entrare Henry in società, spendiamo una barca di soldi in ingaggi ma si perde nella cosa più importante: il campo. La sofferenza di Gattuso è stata una tragedia, l’arrivo di Longo giusto e opportuno. Ma i calciatori una accozzaglia di acquisti sbagliati, come lo scorso anno e rendimento nettamente sotto le aspettative della vigilia. Con quella proprietà, con quei soldi spesi, in serie B devi fare tutt’altra figura. Questo Como, finora, è un petardo inesploso.

Daniele De Rossi si affaccia al fantastico mondo della serie B e troverà sulla sua strada mille difficoltà. Non basterà il cognome e la carriera da calciatore per trasformare una squadra in crisi. Fabio Cannavaro sta capendo che la serie B italiana non è la Cina. A Benevento ci sono problemi importanti e l’allenatore difficilmente riuscirà a risolverli da solo. Se vinci 2-0 e perdi 2-3 accendi una spia d’allarme che fai fatica a spegnere. Cannavaro voleva fare il salto ma questo è un mestiere complicato dove devi conoscere tutto degli avversari e della categoria. Oggi, forse, non è pronto per ridare al Benevento le speranze di promozione ma, in generale, tutte queste società dovrebbero pensare di più all’essere che all’apparire.

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