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Skriniar da Hamsik nerazzurro a traditore? L’Inter può prendersela solo con i suoi errori

Skriniar da Hamsik nerazzurro a traditore? L’Inter può prendersela solo con i suoi errori TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 24 gennaio 2023, 08:45Il corsivo
di Ivan Cardia

Alla fine, il gigante slovacco di ghiaccio è crollato. Siccome le coincidenze non esistono, è impossibile ignorare il timing e far finta che non sia andata precisamente così: mentre Milan Skriniar veniva espulso, il suo agente annunciava urbi et orbi che l'addio all'Inter non soltanto era cosa già fatta, ma anche comunicata alla società nerazzurra da parecchio tempo e in duplice occasione. Sull'espulsione Simone Inzaghi ha contestato le scelte di Rapuano: la notte porterà consiglio e una massiccia dose di replay. Le verità di Roberto Sistici, parte in causa della vicenda, sono da prendere appunto così: verità relative. Per esempio, l'agente del numero 37 assicura di non avere già un accordo col Paris Saint-Germain: francamente difficile da credere, tanto più che da tempo circola la voce secondo cui avrebbe detto sì alle lusinghe parigine almeno da novembre. Frenata, sinora, dal "sincero ottimismo" professato dall'Inter, così tante volte da far pensare che un finale alternativo fosse possibile.

Si chiude un caso e se ne apre un altro. La verità "vera", come sempre, sta nel mezzo. In attesa della versione ufficiale nerazzurra, se la società di viale della Liberazione la riterrà opportuna, le parole di Sistici chiudono comunque la prima parte del caso. Skriniar andrà via, punto e a capo. Resta il tema del quando, non secondario: cederlo a gennaio consentirebbe all'Inter di racimolare qualche soldo anziché gli zero euro che deriverebbero dall'addio a fine stagione. D'altra parte, scombussolare gli equilibri di una difesa già molto fragile non è quel che Inzaghi si augura: ieri Skriniar è caduto, ma in questi mesi ha retto da gran professionista il ruolo e pure la fascia. Tornerà ai suoi livelli. Ecco perché l'idea, allo stato attuale, è dire sì nell'immediato soltanto davanti a una richiesta da 20 milioni di euro. Se così sarà, l'Inter ripenserà subito a vecchi obiettivi - Milenkovic - o ad altri nuovi, più o meno costosi che si vada da Scalvini o Schuurs a Becao o Djidji, tanto per fare alcuni nomi spendibili.

Dall'Hamsik nerazzurro al gran rifiuto. In attesa di capire questi sviluppi, l'altro tema è legato a come gestire Skriniar da qui a fine stagione, se così sarà. Per quanto riguarda il campo e le decisioni di Inzaghi, in verità, non ci sono grandi dubbi: l'Inter di oggi non può prescindere da un giocatore che ha comunque garantito standard di alto o altissimo livello da cinque anni a questa parte, persino in una stagione complicata come quella attuale. La fascia da capitano, casomai, può essere oggetto di discussione. E qui si arriva a quello che, lato tifosi più che dirigenza (ma ci arriveremo), il mondo Inter può imputare a Skriniar. Che in passato ha assicurato di voler diventare l'Hamsik nerazzurro, che più di recente ha assicurato che avrebbe reso note le sue decisioni a tempo debito, che ancora poche settimane fa ha ringraziato i tifosi per l'affetto, ricambiato. Ecco, dal punto di vista puramente emotivo - e non solo - a Milan si potrebbero contestare tutte queste uscite: i simboli, nel calcio moderno, non esistono e ormai lo sanno tutti. Tanto vale non ergersi a tale, anche se lo storytelling lo pretende, e raccontarsi per ciò che si è. Un professionista, che accettando un'offerta più ricca del suo stipendio attuale non fa niente di male o di sbagliato. Soltanto la scelta che ognuno di noi, o quasi, farebbe se si trovasse nelle stesse condizioni. Che si sentano traditi o meno, ciò che i tifosi gli possono rinfacciare, al di là di brutte prestazioni come quella con l'Empoli, finisce in ogni caso qua.

I tanti errori della dirigenza. Casomai, l'Inter nel suo complesso può interrogarsi su tutto ciò che non ha funzionato in questa lunghissima, e alla resa dei conti fallimentare, trattativa. Sistici assicura di aver comunicato la propria decisione già da prima di Natale. Soltanto cinque giorni fa, Marotta parlava ancora di "sincero ottimismo" sul rinnovo. È la linea che l'Inter ha scelto, esponendosi a tutti i livelli - Zhang compreso, e non era scontato - nella direzione della positività. Comprensibile, per certi versi: è difficile scoperchiare il vaso di Pandora in mezzo al campionato, la serata di ieri lo conferma. Tornando indietro nel tempo, però, sono due gli errori fondamentali commessi da Marotta e Ausilio. Il primo risale alla scorsa primavera: Skriniar e l'Inter avevano un sostanziale accordo per il rinnovo. A tirarsi indietro è stata la società nerazzurra, il giocatore avrebbe firmato. Perché quel prolungamento non è andato in porto? L'Inter ha confidato nel fatto che il sì sarebbe arrivato anche dopo l'estate e quindi ha preferito affrontarla senza garanzie su un futuro a lunga scadenza. Senza cautelarsi ma anche, sia detto per inciso, senza spendere i soldi delle commissioni che ogni affare, rinnovi compresi, richiede. Ecco, da questo punto di vista, i dirigenti nerazzurri a Skriniar potrebbero contestare l'aver lasciato uno spiraglio aperto, per tanti mesi, alla speranza di rinnovare. Avesse detto chiaro e tondo che l'alternativa c'era, e anzi era la più probabile, si sarebbe usata maggiore prudenza. Ma il discorso finisce qui, perché poi si arriva all'altro errore.

A 50 milioni di euro, in Italia, un difensore fortissimo ma in scadenza di contratto, si vende. L'Inter ha deciso di non farlo in estate, irrigidita dal clamoroso dietrofront di Bremer. L'alternativa designata - con Milenkovic - che sfumava per un'asta al rialzo. E però è il mercato, bellezza. Da lì in poi, sono entrati in gioco tanti fattori, un'estate da giocatore in vetrina: su questo aspetto è difficile dare torto a Sistici. Marotta di recente ha parlato del "professionista e dell'uomo" Skriniar, entrambi fattori di tranquillità. Ecco, sia il primo che il secondo non potevano essere davvero indifferenti a tre mesi trascorsi sentendo parlare di determinate cifre. Giocare con Messi e Mbappé, per la Champions, fa gola a chiunque. Figuriamoci con un contratto molto più ricco e un robustissimo premio alla firma, in una città che non è Riyad o Timbuktu ma la Ville Lumiere. Con tutta probabilità, Skriniar non mentiva quando assicurava di voler diventare l'Hamsik dell'Inter. Semplicemente, ha cambiato idea e l'ha fatto perché la dirigenza nerazzurra ha creato le condizioni perfette affinché questo accadesse. Facile dirlo adesso? Di sicuro. Bisogna aspettare la versione interista dopo quella del suo agente? Già scritto qualche riga più su. Però resta poco comprensibile l'irritazione che anche oggi si percepisce nell'aria. In fin dei conti, si torna alla lezione di un grande maestro del calcio e del calciomercato: "Oggi la lungimiranza del dirigente è capire quando rinnovare il contratto dei calciatori. Prima era l'El Dorado, oggi le altre leghe sono più competitive e quindi oggi dobbiamo essere bravi quando si va a due anni dalla scadenza a rinnovare o vendere". Parola di Beppe Marotta.

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