Quale sarà il rapporto di Allegri con i giovani del Milan?

Massimiliano Allegri è tornato al Milan. A distanza di quindici anni dal suo primo giorno a Milanello, l’allenatore livornese è di nuovo al timone del club rossonero, in un momento senza dubbio complicato per il club visto quanto accaduto nella scorsa stagione: nono posto in classifica, nessuna qualificazione in Europa e un ambiente veramente teso. Tante aspettative sul suo ritorno, ma soprattutto numerosi quesiti sul Milan che sarà. Tra questi, per noi de La Giovane Italia, ce n'è uno che vale più degli altri: quale sarà il rapporto di Allegri con i giovani?
La stagione appena conclusa, infatti, ha lasciato ferite profonde non solo in Prima Squadra ma anche (e forse, soprattutto) nel progetto Milan Futuro, naufragato con una clamorosa retrocessione in Serie D tra scelte tecniche discutibili, alternanza confusionaria di ragazzi tra prima e seconda squadra e una gestione che ha tolto più certezze che opportunità. Doveva essere il trampolino tra Primavera e Serie A, ma è diventato un limbo.
E adesso? Adesso c'è un nuovo direttore sportivo, molto preparato come Tare, e un allenatore che sa bene cosa significa allenare il Milan. Sul discorso relativo ai giovani, c'è chi storce il naso: molti infatti gli affidano l’etichetta di "allenatore pragmatico", non troppo incline a rischiare con i giovani. In realtà però, se si guarda al secondo ciclo juventino, le cose non sono proprio così. Tornato alla Juventus nel maggio 2021 con una missione precisa - ringiovanire, alleggerire il monte ingaggi e restare competitivi - Allegri ha lanciato più di 10 calciatori provenienti dal progetto Next Gen. I nomi parlano da soli: Huijsen, Yildiz, Soulé, De Winter, Miretti. Alcuni sono diventati patrimonio tecnico del club, altri invece lo sono stati prettamente a livello economico, con cessioni anche importanti.
E allora, perché non potrebbe replicare il modello a Milano? Certo, il contesto è diverso. Il Milan Futuro non è (ancora) paragonabile alla Next Gen: dopo il disastro sportivo della retrocessione, il progetto va rifondato quasi da zero. Ma i talenti, lo sappiamo bene, non mancano. Su tutti spicca naturalmente Camarda. Fabio Capello, in uno dei suoi ultimi interventi a Sky Sport, è stato netto: “Non so cosa aspetta il Milan a farlo giocare. Contro il Monza è entrato e ha cambiato lui la partita, è pronto. Se non si fanno giocare i giovani…”. E poi c’è Liberali, uno dei migliori prospetti a livello nazionale, "rimandato" inspiegabilmente in Primavera nella seconda metà di stagione. Sono loro, insieme ad esempio al rientro di Zeroli e l'eventuale impiego di Bartesaghi o altri, le pedine chiave per capire che tipo di progetto Allegri intenderà costruire.
"Ormai è impossibile colmare il divario finanziario tra la Premier League e la Serie A. Quindi dobbiamo continuare in questa direzione: lavorare sullo sviluppo giovanile, sulla Next Gen". Ha ragione Allegri: i giovani non sono più una scommessa, sono una necessità. E dunque, il nuovo ciclo del Milan dovrà passare anche da lì: da chi il futuro lo porta già nel nome. Come Camarda, come (appunto) il Milan Futuro. Senza più commettere i disastri della scorsa stagione. Perché oggi, più che mai, a Milanello il futuro non può più aspettare.
