Ibrahim Ba, come tutte le più belle cose visse un giorno solo. Contro la Lazio
Di Ibrahim Ba, al secolo (scorso) Ibou, si ricordano principalmente due cose. La prima è la capigliatura con cui arriva al Milan, biondo platino, perfetto contrasto con la sua pelle, scura. Poi il gol alla Lazio, seconda giornata, quando sembra di avere trovato una nuova stella. Era arrivato in estate dal Bordeaux, come Dugarry un anno prima. E proprio come Dugarry finirà molto presto in panchina. Al suo arrivo Silvio Berlusconi ne parla così: "È il nostro beaujolais nouveau, vino francese, frizzante, spumeggiante, ma anche molto tecnico. Per me non è una scoperta, l'avevo visto in cassetta".
Diciamo che non è andata esattamente come pensava il Presidente. Gli undici miliardi di lire sborsati non avranno grande riscontro, se non per un gol - decisamente godibile anzichenò - contro la Lazio, alla seconda di campionato, quando entra in area e batte Marchegiani con un destro che può ricordare quello di Sucic contro la Fiorentina. San Siro è ai suoi piedi, ma è l'unico giorno di gloria vera a Milano, passerelle e comparsate a parte. Viene coinvolto nella pessima stagione di Fabio Capello, non arriva nemmeno nelle coppe europee per il secondo anno consecutivo.
L'anno dopo, con Zaccheroni, non è titolare e gioca pochissimo, vincendo però lo Scudetto. Andrà al Perugia, poi inizia un girovagare che lo porta anche in Premier, in Turchia, in Svezia. Un decennio dopo, nel 2007, è ancora al Milan. Senza giocare. Oggi Ibrahim Ba compie 52 anni.











