Santiago Silva, due volte in Italia. Entrambe come un flop fra Chievo e Fiorentina
Santiago Silva è stato un grande attaccante. Non in Europa però, perché nelle sue esperienze fra Germania, Portogallo e Italia non è mai riuscito ad andare in doppia cifra. All'Energie Cottbus nove gol, ma era a Zweite Bundesliga. Otto reti al Beira Mar, nella Primera Liga portoghese, salvo poi ritornare in Sudamerica, prima in Argentina al Newell's Old Boys e poi di nuovo in Uruguay al Central Espanol. Gimnasia e Velez hanno cambiato la sua vita, ma mai in Italia.
Due esperienze. La prima al Chievo, zero gol in zero presenze nel 2002. Poi alla Fiorentina, un decennio dopo, quando con il Velez aveva segnato 23 gol in un anno e mezzo. Dodici presenze in campionato, una sola rete. Spesso preso come metro di riferimento, dalla tifoseria viola, per giudicare un attaccante inconcludente.
Un anno e mezzo fa lo stesso (ex) centravanti ha parlato di un possibile ritorno in Argentina, ultraquarantenne. "Se una società argentina cerca un numero 9, sono pronto a tornare. Per me sarebbe la ciliegina conclusiva, se dovesse essere l'Argentina tornerei là assieme a tutta la famiglia". Salvo poi parlare del suo ristorante, in Spagna. "Un posto familiare ma in cui c'è di tutto: chivito e interiora uruguaiane, milanesas argentine, arrosto, empanadas... Abbiamo uno chef di Tucuman che fa le migliori empanadas di Malaga. Faccio quello che serve, è casa mia. Ci sono due camerieri ma anche io ho portato i piatti tante volte". Oggi Santiago Silva compie 45 anni.











