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Licari sulla Gazzetta: "La Juventus cerca identità. Napoli, vietato (ri)sbagliare"

Licari sulla Gazzetta: "La Juventus cerca identità. Napoli, vietato (ri)sbagliare"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 26 settembre 2023, 09:08Rassegna stampa
di Paolo Lora Lamia

Nel suo fondo su La Gazzetta dello Sport il giornalista Fabio Licari ha parlato del prossimo turno di Serie A partendo dalla Juventus, impegnata contro il Lecce: "Andare al tappeto con un’altra presunta piccola metterebbe nei guai una Juve che, al momento, è in cerca di identità. Lo sforzo di cambiare si vede dall’aggressione all’Atalanta, dal primo tempo di Udine, dalla Lazio, confermando che più dei sistemi conta l’atteggiamento. Un 3-5-2 offensivo, aggressivo e veloce mette tutti in condizione di dare il meglio, un 3-5-2 come quello degli ultimi due anni soporiferi è facilmente contrastabile e allontanerà di nuovo la gente che stava facendo pace con l’Allianz. E poi Allegri era il più elastico dei tecnici: possibile si sia bloccato su una singola idea che non dà neanche gioie?".

Sul Napoli: "Le distanze che Garcia ha preso da Spalletti si sono allungate a dismisura dopo i due ingannevoli successi contro Frosinone e Sassuolo (nel loro momento peggiore). Comprensibile che un allenatore non voglia essere ricordato come il “successore di”, ma integralismo e furia iconoclasta sono una sciagura. Un esempio su tutti: Benitez dopo Mourinho. E quindi non si capisce perché, in nome del “suo” gioco, Garcia debba neutralizzare Kvara e Lobotka, rimpicciolire Anguissa e perdere Osimhen. L’Udinese al Maradona è un invito a ripartire, con vista sul Real Madrid in Champions".

Chiusura sul Milan: "Classifica alla mano, il Milan non deve ripartire, ma il derby resta un macigno di cui sbarazzarsi il prima possibile. Il Cagliari è in difficoltà e Ranieri, che ha visto tutto, aveva avvisato delle “libecciate” che sarebbero arrivate. Ma la svolta è sempre in agguato. Pioli dovrà sfuggire alla trappole disseminate sul campo, ricostruendo, ancora una volta, il Milan. Oggi la difesa a tre non rappresenta più uno shock culturale: se serve, ben venga, ma a patto di non accentrare pericolosamente Leao. Altrimenti si può pensare a un centrocampo a tre con Loftus-Musah centrali e Reijnders trequartista. C’è di peggio".

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