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A Bologna torna a brillare la stella di Bernardeschi. Il racconto del suo ex tecnico Semplici

A Bologna torna a brillare la stella di Bernardeschi. Il racconto del suo ex tecnico SempliciTUTTO mercato WEB
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Niccolò Righi
Oggi alle 19:00Serie A
Niccolò Righi

Una doppietta con una squadra italiana non la faceva addirittura da un Fiorentina-Napoli datato 23 dicembre 2016. Quasi nove anni fa. Ieri ha infranto questo 'digiuno' ribaltando il Celta Vigo e trascinando i suoi in Europa League. A Bologna sta tornando a brillare la stella di Federico Bernardeschi. L'attaccante toscano è tornato in Italia in estate portandosi da Toronto più dubbi che certezze, ma in pochi mesi è riuscito a mettere a tacere anche i più scettici: quattro reti già messe a segno e un ruolo sempre più centrale nello scacchiere del club felsineo che, come ormai spesso accade, fa diventare oro tutto ciò che viene toccato dalle mani di Giovanni Sartori, Marco Di Vaio e Vincenzo Italiano. Per parlare di Bernardeschi abbiamo intervistato in esclusiva su TuttoMercatoWeb il suo ex allenatore ai tempi della Fiorentina Primavera, Leonardo Semplici.

Mister, lei aveva già visto in Bernardeschi qualcosa di diverso?
"Ho avuto il piacere e l’onore di allenarlo due anni nella Primavera della Fiorentina. Il primo anno lui era il più giovane e fece un po’ fatica all’inizio perché veniva da uno stop di cinque mesi nell’anno precedente e in estate crebbe di una decina di centimetri. In generale la prima stagione non giocò sempre ma gli servì comunque per guadagnare esperienza. Il secondo anno invece fu quello della consacrazione: lo nominai capitano e lui fece 22 gol nel campionato. Li si iniziarono a vedere le sue enormi potenzialità. Già dopo quella stagione attirò l’attenzione non solo della prima squadra, ma anche di tanti altri club. L’anno dopo andò a Crotone e da lì è partito un percorso di grande valore”.

Ci racconta qualche aneddoto?
"La seconda stagione ci fu il programma ‘Giovani Speranze’ e lui sarebbe dovuto essere uno dei ragazzi seguiti. Federico invece preferì non apparire perché voleva concentrarsi solo sul proprio percorso di crescita. Lui era focalizzato soltanto nel diventare un calciatore professionista. Per me fu una scelta oculata e giusta”.

Arrivato al Bologna lo davano per finito e invece ha già segnato 4 reti: è stupito?
"La sua scelta di andare in Canada fu soprattutto di vita. Lì è chiaro che abbia affrontato un tipo di campionato diverso rispetto a quello europeo. Tuttavia, come detto più volte da Vincenzo Italiano, lui aveva soltanto bisogno di ritornare l’atleta che era prima. E ci è riuscito. Il Bologna ha fatto un acquisto giusto, Bernardeschi sta tornando ad essere un giocatore di grande valore”.

Col senno di poi fu sbagliato il passaggio dalla Fiorentina alla Juventus nella sua carriera?
"Questo non direi. Lui si è comunque ritagliato uno spazio importante anche alla Juventus. Chiaro, quando sei in un top club come lo sono i bianconeri la concorrenza è alta. A Torino si è comunque conquistato la nazionale ed è diventato campione d’Europa in maglia azzurra. Io credo che questo suo percorso sia stato giusto per quelle che erano le sue ambizioni e le sue qualità”.

Tra gli attaccanti italiani negli ultimi 10 anni, si può dire che sia stato il più forte tecnicamente?
"Sì, sotto questo aspetto penso che sia stato uno dei migliori. Le sue qualità sono innate ma lui le ha sapute valorizzare al massimo. Credo che sia stato uno dei calciatori più bravi della sua generazione”.

Può fare ancora comodo uno con la sua esperienza alla Nazionale, magari al Mondiale se l'Italia dovesse andarci?
"Io lo auguro a lui e all’Italia. Sarebbe un traguardo importante e dopo tanti anni che lo manchiamo mi auguro che anche Federico possa meritare un posto”.

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