Cagliari, vicepres. Usai: "Per noi è fondamentale rafforzare l'identità sarda del club"

Nel corso del suo intervento su Il Cagliari in Diretta, il vicepresidente del Cagliari Fedele Usai si è soffermato anche sul futuro: "Non sono un tecnico e non rispondo a domande specifiche su questo o quel calciatore, o sul fatto se la rosa dell’ultima stagione fosse più o meno forte della precedente. Sicuramente l’organico era più giovane, con talenti importanti. Ma alla fine parla il campo. Quello è il giudice vero. Il punto cruciale è il piano di crescita: il calcio è cambiato. Le proprietà straniere, la globalizzazione… è sempre più difficile restare in alto. Per noi è fondamentale costruire, rafforzare l’identità sarda del club sotto tutti i punti di vista. Settore giovanile, scouting, senso di appartenenza. Partiremo come sempre da lì. Pensiamo al rinnovo di Deiola, insieme agli altri prolungamenti di questi mesi (Zappa, Obert, Mina): Alessandro è cuore rossoblù vero. È stato spesso criticato, a volte anche in modo feroce. Mi dispiace, perché rappresenta il DNA del Cagliari. Non è strano che nelle partite chiave abbia detto la sua da protagonista, è il suo destino.
In altri contesti sarebbe idolatrato molto di più. Etica e sacrificio lo definiscono. Abbiamo un bilancio sano, un settore giovanile ammirato e forse anche invidiato, un centro sportivo di livello assoluto, quella è la nostra strada, il Cagliari ha sempre avuto quel tipo di prerogativa, non prende calciatori avanti con l’età o già fatti, o comunque non rappresentano la sua essenza di progetto, da sempre. Caprile, Adopo e Piccoli? Ci piacerebbe tenerli tutti, economicamente non sarà semplice e sarebbe uno sforzo significativo, insieme al pagamento dovuto per il riscatto di Gaetano. Faremo il massimo su questi fronti, Gianluca è un ragazzo che ha avuto meno spazio e inciso meno di quanto ci aspettassimo un po’ tutti: capiremo insieme, anche col Mister, i motivi. Dobbiamo valutare bene insieme ciò che è stato fatto, se potesse essere fatto in modo diverso, non per forza meglio o peggio, a cominciare dalla gestione di alcuni ragazzi giovani che per noi sono il futuro e il presente, il cuore della nostra filosofia di calcio e di lavoro.
Le scritte con insulti per Caprile e Gaetano (comparse fuori dall’Unipol Domus poco prima di Napoli-Cagliari e prontamente rimosse) le ho trovate vergognose. Elia sembrava Robocop da quanto era incerottato contro il Venezia, aveva lavorato duramente per arrivare pronto a quella sfida; Gianluca aveva l’accordo con noi da molto tempo sul fatto che un secondo dopo la salvezza matematica sarebbe andato a operarsi per la pulizia al ginocchio infortunato. Serve rispetto. Lo stadio è il tassello che manca. Ma oggi possiamo guardare a quello step con ottimismo, cosa che non potevamo fare fino a qualche tempo fa. Sarà la casa del Cagliari e sarà un qualcosa di decisivo per la crescita del Club a tutto tondo".
