Potenza, Macchia dopo il pari col Catania: “Risultato eroico, ora serve tutta la città per crescere”
Ospite di TeleRegione il presidente del Potenza, Donato Macchia ha parlato dopo il pareggio ottenuto contro il Catania nello scorso weekend: "Non ho potuto vederla perché sono fuori per lavoro, ma ho sentito i miei: mi hanno detto che i ragazzi sono stati eroici. Hanno giocato in 10 per quasi 90 minuti contro la capolista, una cosa difficilissima. Aggiungiamo che avevamo otto o dieci assenti tra infortuni e altri problemi: non potevano difendere i nostri colori".
Un risultato del genere, ottenuto in queste condizioni, ti fa tornare un po’ l’entusiasmo?
"(ride, ndr) Guarda, io non l’ho mai perso. Bisogna essere più realisti del re: dobbiamo restare uniti sempre. Dare addosso quando le cose non vanno è la cosa più semplice. Poi, magicamente, tutto si riaccende: “Il Potenza gioca bene, finalmente cuore e impegno”. Sul mister se come società avessimo pensato che De Giorgio non andasse più bene, l’avremmo cambiato. Una società deve perseguire i propri obiettivi senza ascoltare costantemente l’esterno – con tutto il rispetto per i tifosi, a cui tengo tantissimo. Al netto, però, di quei tastieristi che mediamente non vengono allo stadio e poi fanno allenatori, presidenti, massaggiatori… Lasciamoli nel loro mondo e non guardiamo a quello che accade fuori. Altrimenti saremmo costretti a rifare la squadra dieci volte".
La qualificazione alla semifinale di Coppa Italia è un traguardo storico, ma rappresenta anche una grande possibilità tecnica: proseguendo, o addirittura vincendo la Coppa, si entra nei playoff da posizione privilegiata. Potrebbe questa qualificazione orientare le scelte, anche di mercato, verso l’obiettivo Coppa, con una campagna acquisti mirata a giocarsi il tutto per tutto in meno partite rispetto a un campionato intero?
"Per me la Coppa Italia è importante, non da oggi. Ricorderete l’anno scorso: uscimmo per un rigore sbagliato dal nostro ex capitano, potevamo fare meglio. Quest’anno abbiamo messo al centro del progetto sia migliorare la posizione dello scorso anno – non facile – sia andare il più avanti possibile in Coppa. Ora siamo a sei risultati utili tra Coppa e campionato, se non sbaglio sette. La squadra ha ripreso a camminare con forza, passione e cuore. La semifinale è già storica. Il dispiacere è l’apporto del pubblico: non si può costruire un progetto senza la città. Quelli che vengono con acqua, freddo, neve li ringrazio sempre, ma dov’è il resto della città? Bisogna parlarne seriamente. Una società può fare strategie senza crescita cittadina, ma perché impegnarsi tanto senza un pubblico caloroso? Se la squadra non va, la gente non viene: ci sta. Ma con una qualificazione storica in Coppa riduciamo i biglietti del 50% e siamo in 800, inclusi accrediti. E aggiungo: la città si distingue anche per chi chiede accrediti quando il biglietto costa 5 euro.
Domenica contro la prima in classifica, con sei risultati utili e un trend straordinario, in quanti eravamo? Dov’è la città? Come si vince? Si vince tutti insieme. Sulla Coppa ci credo: il mister mi ha dedicato la vittoria col Crotone, ho messo anche un premio partita – non ce n’era bisogno, ma ci credo molto, ci crediamo tutti. A gennaio mister, direttore sportivo e club manager decideranno cosa fare. Abbiamo ragazzi straordinari: gli stessi criticati due mesi fa ora fanno cose eccezionali, anche con ragazzini contro il Catania. Significa che abbiamo una struttura tecnica di livello qualitativo alto, costruita dal ds Enzo De Vito insieme al mister: a tal proposito mando ancora un ringraziamento a De Vito. Come dice sempre il tecnico: serve pazienza. Selleri sta crescendo, ma non solo lui. Bisogna lavorare tutti insieme: società, pubblico, città. La società cammina, il pubblico – al netto di chi viene sempre – non risponde. Come si fa un progetto senza la materia prima, ovvero il pubblico? Non è questione di soldi: il bilancio 2024-2025 ha costi di gestione di 6 milioni e 200mila euro. Quando mai il Potenza ha speso così? L’apporto del pubblico è stato 560-570mila euro. A me non cambia economicamente se sono 700 o 800, ma serve senso di appartenenza, calore, vicinanza alla squadra e alla società. Una società può dire: “Perché farlo a Potenza e non altrove, dove gli investimenti trovano più ritorno in termini di affetto?”.
Non si costruisce senza pubblico. Non torneranno mai economicamente gli investimenti, nessuno lo chiede, ma serve senso di appartenenza. Perché non accendiamo un dibattito forte, con stampa e addetti ai lavori? Tutto ricade sulle spalle di chi porta il peso. Noi lo facciamo con piacere: abbiamo adempiuto in anticipo alle scadenze Covisoc del 16 dicembre. In quattro anni zero penalizzazioni per inadempimenti. Il club è rispettatissimo in Lega Pro: quando è successo in passato? Oggi dico grazie ai tifosi veri, ai ragazzi splendidi, ai partner commerciali meravigliosi – per calore e appartenenza. L’anno scorso alla cena di Natale eravamo in 440: partner, staff, Primavera, prima squadra. Eravamo uniti, ma non bastiamo se non siamo tutti insieme. Questo sarà il mio leitmotiv futuro: mi farà capire molte cose".











