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Fiorentina, la Roma insegna che una rimonta è possibile. Anche se furono necessari sacrifici

Fiorentina, la Roma insegna che una rimonta è possibile. Anche se furono necessari sacrificiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 08:30Serie A
Niccolò Righi

Tre punti in sei giornate dati da tre pareggi e altrettante sconfitte. Per ritrovare un avvio così disastroso dobbiamo spostare le lancette del tempo di quasi cento anni e tornare agli anni Trenta, quando la Fiorentina era pressoché neonata. Queste due settimane di pausa dal campionato per le gare delle varie Nazionali dovranno servire a chi lavora al Viola Park per riordinare le idee e tracciare un solco tra quello che (non) è stato finora e quello che dovrà necessariamente essere dal ritorno in campo. Il calendario, in tal senso, non dà una mano alla squadra di Stefano Pioli, alla ricerca affannata della prima vittoria e chiamata in tre settimane a due trasferte a San Siro contro Milan e Inter, intervallate dal ritorno a Firenze di Vincenzo Italiano e del suo Bologna. Se a ciò aggiungiamo anche la trasferta a Vienna contro il Rapid per la seconda giornata del maxi girone di Conference League, ecco che a fine di questo mese la classifica della viola potrebbe avere contorni ancor più sinistri.

Sembrano già lontanissime le dichiarazioni fatte da Pioli nel giorno della sua presentazione da nuovo tecnico. In particolare la parte in cui raccolse la “provocazione” di Massimiliano Allegri, il quale non citò la Fiorentina tra le squadre in lista per un posto in Champions League. “L’ho già scritto sulla lavagna” disse all’epoca, un commento che nella sua ottica serviva fin da subito a coltivare le ambizioni e la mentalità di una squadra che avrebbe dovuto fare uno step e diventare vincente, e che a conti fatti sembra già invecchiata malassimo. Già oggi, infatti, è difficile immaginare una Fiorentina anche solo in corsa per il sesto posto. Negli ultimi sei anni la media per un posto in Europa League è stata all’incirca di 65 punti, il che significa che da qui alla fine i viola dovrebbero mantenere la media di 1,94 punti a classifica per il raggiungimento di tale obiettivo. Al limite dell’impossibile. O forse no?

C’è un esempio recente, incrociato ultimamente da Pioli, che ricorda come una rimonta sia possibile. Stiamo ovviamente parlando della Roma. Oggi i punti che separano i viola dai giallorossi sono ben 12, li stessi che un anno fa c’erano dalle due squadre - a classifiche invertite - addirittura dopo 12 giornate. Non solo, in quell’occasione i punti di distacco sarebbero diventati addirittura 18 a metà dicembre. Come ben sappiamo, da quel ko subito a Como, la Roma ebbe la forza di invertire completamente la propria stagione, mettendo a referto 19 risultati utili consecutivi e un totale di 16 vittorie, 5 pareggi e 1 sola sconfitta dal 22 dicembre al 25 maggio. Remuntada sì se puede, dunque, citando un celebre striscione fatto al Camp Nou dai tifosi del Barcellona. C’è però da sottolineare come alla Roma furono necessari dei sacrifici: l’amministratrice delegata Lina Souloukou si dimise; De Rossi fu esonerato dopo 4 giornate e la stessa sorte toccò a Ivan Juric poche settimane dopo e alla fine servì l’intervento di uno come Claudio Ranieri. Insomma, la ricostruzione fu possibile dopo un terremoto in cui crollò quasi tutto. La speranza è che a Firenze non si arrivi a una situazione del genere.

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