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Inter, Marotta: "San Siro? È stato abbattuto anche Wembley... Derby, peccato la sosta"

Inter, Marotta: "San Siro? È stato abbattuto anche Wembley... Derby, peccato la sosta"TUTTO mercato WEB
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Ivan Cardia
Oggi alle 14:53Serie A
Ivan Cardia

“Penso che per quasi 23 ore al giorno saremo amici: per un’ora e mezza saremo nemici, ma solo dal punto di vista sportivo”. Dal palco dello Sport Industry Talk alla RCS Academy, il presidente interista Beppe Marotta ha raccontato i rapporti con il Milan nel comune percorso verso il nuovo stadio di MIlano: “Direi che lo sport dà anche questo spaccato in cui c’è un sano antagonismo, che genera emozioni contrastanti. Perché è evidente che le emozioni possono essere di vittoria, di sconfitta, di pareggio, che chiaramente è una mezza amarezza. Quindi è chiaro che questo va vissuto in questa atmosfera: direi che è la cosa più caratteristica di questo derby, che per la prima volta Milan e Inter sono padroni nello stadio di San Siro. Questo è un fatto storico che prelude il fatto che ci sia un percorso nuovo e innovativo del nuovo stadio. Riallacciandoci al derby, io auspico che sia veramente uno spot non solo per la città di Milano e per lo sport italiano, ma anche a livello mondiale. Sono certo che daremo uno spettacolo adeguato”.

Cosa rappresenterà il nuovo stadio?
"Avere uno stadio che risponde degli standard moderni in termini di comodità di sicurezza rappresenta un asset patrimoniale per entrambe società che è importantissimo che può consentire di colmare quel gap che esiste già oggi tra noi club italiani e i club europei. Oggi il Milan incassa 81 milioni, noi 87. In Germania raddoppiano. Florentino Pérez mi ha detto che oggi il Real è a 200 milioni, e vuole arrivare a 500 dal Bernabéu. Questo gap va colmato. Attraverso questa struttura che non è la solita cattedrale nel deserto, ma che rappresenta anche un'icona dal punto di vista strutturale e un punto di riferimento proprio per tutta la nostra collettività, credo possa esserci la possibilità di avvicinarci, non raggiungere quello che oggi è un gap che poi si evidenza nella mancanza di competitività calcistica. Noi siamo in Italia dei grandi romantici, quindi siamo abituati a ricordare la storia come qualcosa di importante e deve essere così, però il romanticismo va di pari passo anche con l'innovazione e con la modernità. Ricordiamoci Wembley: è stato abbattuto nonostante fosse un’icona assoluta, e non mi risulta ci fosse polemica come quella che abbiamo vissuto noi".

Si rinuncia a un pezzo di storia.
"Dobbiamo vivere il passato come un contenitore di valori importanti, ma mantenuti sotto altra forma. Prima di venire qua ho fatto una cerimonia con Legends come Vieri, Altobelli, Bedin: valori da conservare, ma le strutture devono essere moderne. San Siro oggi non è in grado di assolvere a questi compiti".

Come si riforma il calcio italiano?
"Se ne parla tanto. Porto solo un dato statistico: negli ultimi 25 anni, nella sfera professionistica, sono fallite 180 società in Italia, di cui il 90% in Lega Pro e il 10% tra Serie B e Serie A. Questo significa che il problema esiste: considerare professionistico un movimento sproporzionato rispetto alla sostenibilità. Avere 100 squadre professionistiche in Italia, il movimento non riesce a reggerlo. Secondo intervento: garantire infrastrutture adeguate. Gli stadi e i centri di allenamento oggi sono carenti. Io metterei – lo dico ai miei colleghi presidenti – un obbligo, un criterio da rispettare per creare centri di allenamento importanti e adeguati alle esigenze di oggi. Quando hai un buon campo d’allenamento hai bisogno poi della competenza degli allenatori: anche su questo potremmo aumentare l’aspetto didattico".

L'Italia andrà ai Mondiali?
"Innanzitutto siamo in un momento delicato. Vorrei fare un assist a Gravina: dobbiamo stare uniti perché arrivare ai Mondiali è un traguardo importante. Non è colpa dell’allenatore o della Federazione: i valori dei nostri giocatori sono diversi rispetto agli anni ’80, ’90, 2000, 2006".

Come arrivate al derby?
"Spero che la squadra stia bene. Purtroppo dobbiamo giocare partite così importanti dopo le nazionali, e questo andrebbe rivisto. Gli ultimi giocatori sono arrivati stamattina: non so in che condizioni psico-fisiche arrivano. Lautaro è andato a fare un’amichevole in Angola… Peccato che per un’occasione così importante le squadre siano condizionate".

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