Iorio ricorda: "A Roma quanti fenomeni. Inter? Con il Trap non giocavo mai"

L'ex attaccante Maurizio Iorio ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, nel corso della quale ha parlato della sua avventura alla Roma.
Queste le sue parole: "Il mio scudetto, 1983. Liedholm mi chiamava Giorio e Giannini era Iannini. Ho giocato con dei fenomeni. Abitavo alla Balduina e la macchina per andare al campo era questa: Falcao, Aldo Maldera e Iorio. Falcao era troppo intelligente, ma in quella squadra è difficile non ricordarne uno. Da Bruno Conti a Pruzzo, da Nela a Tancredi. E Dino Viola. Il passaggio al Verona? Con un certo Osvaldo Bagnoli faccio 14 gol. Torno centravanti puro. E mi arrivano tanti palloni. Bagnoli è la persona più bella che c’è nel mondo del calcio".
Sul periodo all'Inter: "L’Inter è stata un’esperienza bellissima. Mi presero a novembre per sostituire Fontolan, infortunato. Andai a vivere vicino alla “Montagnetta”, a pochi passi da dove sono nato. Ma Trapattoni non mi dava spazio anche se io stavo benissimo. Vincemmo la coppa Uefa, ma quella coppa non la sento mia. Non averla potuta vivere da protagonista è la mia grande delusione. Al Genoa mi riscattai. Segnai all’Ajax. Roma è stato lo scudetto. Ma nella vita di un calciatore vestire le maglie di Torino e Genoa è qualcosa di indescrivibile a livello emozionale".
