Jovic lascia e lascia un vuoto. L'attacco del Milan ora è spuntato letteralmente

Luka Jovic lascia il Milan. Dopo due stagioni in rossonero, il centravanti serbo classe 1995 arrivato dalla Fiorentina saluta il club rossonero: da via Aldo Rossi non hanno esercitato l'opzione automatica per il rinnovo annuale di contratto, prevista entro il 20 giugno. In questo modo l'attaccante termina la sua avventura con il Diavolo e sarà ufficialmente svincolato a partire dal 1° luglio, data che sancisce l'inizio della nuova stagione.
I numeri
Nella prima stagione ci mette quasi tutto l'autunno per entrare in condizione fisica e da dicembre in poi si rivela una pedina molto utile nelle gerarchie di Stefano Pioli, risolvendo diverse gare spinose nella seconda parte di stagione: le trasferte a Rennes, Udine e Frosinone per citarne tre. Chiude la stagione con 9 gol in 30 partite. Quest'anno viene dimenticato, complice la pubalgia, da Fonseca per tutta la prima parte dell'anno e da Conceiçao fino a fine gennaio. È da fine marzo, però, che la sua stagione cambia e il serbo diventa all'improvviso titolare del Milan per il finale di annata: 4 gol tra aprile e maggiom, tra cui la doppietta contro l'Inter in semifinale di Coppa Italia. Saluta con 13 reti in 47 gare complessive.
E ora?
La questione però ora investe il mercato rossonero perché oggi il parco attaccanti milanista conta due giocatori nel ruolo di prima punta: uno è Santiago Gimenez, che è ancora un oggetto del mistero, e l'altro è Francesco Camarda, destinato a un prestito che gli garantisca minuti. Ci sarebbe anche Noah Okafor ma i temi sono due: difficile possa rimanere, è stato usato in quel ruolo solo in emergenza. Il compito di Igli Tare sarà quello di trovare un altro centravanti che concorra con El Bebote ed eventualmente anche un terzo per le rotazioni. Da capire se si vorrà puntare su un nome grosso: con i profili di Vlahovic, Retegui e Kean tutti accostati al Diavolo, oppure se andare su un giovane di prospettiva o addirittura su un giocatore esperto. Tutti quesiti a cui il dirigente albanese dovrà rispondere molto presto.
