L'ex ad dell'Inter, Paolillo: "Chivu sarà un grande tecnico. Pio Esposito ricorda Vieri"
L'Inter viaggia forte: sette vittorie consecutive fra campionato e Champions League per la squadra di Chivu, che dopo la sconfitta contro la Juventus ha decisamente cambiato passo.
L'ex amministratore delegato nerazzurro, Ernesto Paolillo, intervenuto a TuttoMercatoWeb.com ha parlato di Lautaro e compagni, con uno sguardo anche alla sfida di domani contro il Napoli e ad altre tematiche legate alla Serie A.
L'Inter è tornata nella sua miglior versione?
"Sì, assolutamente. La vedo rabbiosa, affamata, con molta sicurezza da parte dei giocatori, con un'attenzione molto giusta. E soprattutto con un allenatore che ha carisma con i giocatori e questo è molto positivo".
Nella sua Inter, come ricorda Chivu?
"Fantastico, un impegno agonistico sempre al massimo, poi un comportamento verso la società esemplare. E in campo era duro quando doveva esserlo per il ruolo, ma sempre gentilissimo ed educatissimo".
Non è che l'Inter abbia scoperto un grande allenatore?
"Vi riporto un messaggio che mi è arrivato dopo la partita contro la Roma da parte di un amico. Mi ha scritto: "Ernesto, mi ricordo benissimo quello che mi hai detto 10 anni fa quando Chivu ha smesso di giocare e pensava di fare l'allenatore nelle giovanili. Mi avevi detto: 'È un ragazzo talmente capace e serio che sono sicuro diventerà un grande allenatore'".
Ma la sta stupendo in quello che sta portando ad una squadra che era un po' a terra moralmente?
"Il peso delle tante partite l'anno scorso si è sentito, l'Inter è arrivata alla fine della stagione da un lato un po' spenta. Senza nulla togliere alla grande bravura di Simone Inzaghi poi, forse Chivu ha saputo capire cosa mancasse ed ha saputo aggiungerlo".
Una spinta arriva dalle spalle di Lautaro e Thuram, con Pio Esposito e Bonny subito decisivi.
"Soprattutto quando entrano, entrano giocatori che ora sono temuti anche loro dagli avversari. Hanno peso. Il reparto d'attacco questa volta è completo e i danni si possono creare più facilmente alle difese avversario".
Pio Esposito chi le ricorda?
"Pio Esposito è Pio Esposito. Però come struttura e modo di approcciare le partite mi ricorda Vieri. Senza dire che si assomiglino in tutto, ma come caratteristiche. E me lo auguro per la Nazionale: è tanto che abbiamo dei talenti che poi non sono diventati dei punti fissi. Spero che lui possa diventarlo".
Vedere l'Inter partire così bene in Champions le ha fatto sperare che la squadra di Chivu possa anche tornare in finale?
"Me lo auguro per tanti motivi. Primo: in così pochi anni riuscire a fare tre finali europee con questo nucleo di giocatori - pur se con degli innesti nel mezzo - sarebbe bellissimo. Poi perché sono convinto che una finale Chivu la imposterebbe diversamente".
Riguardo a Napoli-Inter di sabato: quanto può pesare per le due squadre? Il Napoli arriva con il morale a terra.
"È molto, molto importante. Non darei peso al morale del Napoli, anzi: potrebbe scaturire la voglia di rifarsi, di 'vendicare' i 6 gol presi in Champions. Serve l'attenzione dovuta da parte dell'Inter. Poi è vero che in Olanda la squadra di Conte ha palesato delle difficoltà. Ogni gara però ha storia a sé, questa sarà una partita che il Napoli giocherà in casa, dove vorrà dimostrare qualcosa ai propri tifosi".
La sua opinione su Milan-Como in Australia?
"Sono veramente contrario a queste esigenze commerciali, diciamo così, per la vendita del prodotto e che vanno a scapito del fisico dei giocatori. Sottoponendoli a viaggi molto estenuanti, a cambiamenti di fuso orario. Portano beneficio economico alla Lega, per carità, ma non lo portano di certo ai club e non lo portano soprattutto ai giocatori. Si gioca già troppo, se si evitano questi viaggi è molto meglio".
Sul possibile ritorno di Galliani al Milan?
"Nutro grande stima in Galliani, forse c'è bisogno della sua esperienza e della sua capacità al Milan. È un manager di grande livello e mi auguro ritorni".
Sulla scelta di costruire un nuovo stadio al posto di San Siro: un po' le dispiace?
"Romanticamente un po' dispiace, però parliamoci chiaramente: Milano ha bisogno di una struttura degna di Milano. Per uno spettacolo di calcio e per ogni altra attività che si possa svolgere in un impianto moderno. Gli anni passano, San Siro dimostra l'età, i segni del tempo. Così com'è non fa bene né a chi ci gioca, né a chi va a vedere la partita. E nemmeno ai bilanci delle società. Dobbiamo avere meno romanticismo e pensare che Milano merita uno stadio adeguato e delle grandi finali internazionali".











