Mkhitaryan: "Volevo chiudere la carriera a Roma. All'Inter dopo due chiamate di Ausilio"

Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell'Inter, è intervenuto dal Festival dello Sport di Trento e, tra i tanti temi, ha raccontato anche alcuni retroscena sul suo approdo in nerazzurro nel 2022:
Il tuo trasferimento all'Inter è stato tardato di un anno rispetto a quando si doveva fare?
"Tutto è iniziato dopo il secondo anno a Roma. Ricevetti una chiamata da Ausilio, mi disse che mi voleva all'Inter. A me andava bene, ma volevo che si chiudesse entro il 31 maggio, perché avevo l'opzione di rinnovo. Lui mi disse che doveva prima vendere due giocatori. Io non volevo aspettare senza sapere. Non ci siamo più sentiti. Dopo la terza stagione parlavo di rinnovo con Tiago Pinto. Lui sapeva che volevo chiudere la carriera a Roma. Magari non mi hanno capito o non mi credevano, volevano fare tutto a modo loro. E allora ho detto di no: 'Per me l'importante è sentirmi importante per voi'. Mi offrivano un contratto di un anno più opzione. Giocammo poi contro l'Inter e io segnai a San Siro. Ausilio mi richiama e mi dice che a quel punto erano sicuri e che Simone Inzaghi mi voleva. Dovevamo ancora giocare la finale di Conference League, ma dissi di sì perché la Roma non era stata molto chiara con me. Mourinho in questo caso non sapeva niente secondo me, o magari a lui dicevano che era tutto a posto. L'allenatore mi voleva, ma al contempo sapevo che Mourinho non poteva rimanere tutta la vita a Roma. Così decisi di andarmene. Mourinho sapendo che non avrei rinnovato si è messo a litigare con Tiago Pinto. Mi disse: 'Parla con me, non con lui così facciamo le cose per bene'. Ma gli dissi che era già troppo tardi".
L'armeno ha poi proseguito sul nuovo allenatore nerazzurro, Cristian Chivu, e sulla sua carriera più in generale: "Non posso dimenticare che ho 36 anni e che fra poco ne avrò 37. Voglio aiutare la squadra, però devo anche capire le scelte dell'allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra magari facendo una partita a settimana, non tutte. Se ne avessi avuti 23 o 24 di anni, magari l'avrei affrontata in modo diverso. Vedo un allenatore che vuole crescere, imparare ogni giorno e che per me ha un grande futuro".
