Nocerino: "La fede non mi ha mai abbandonato. Sono devoto a Padre Pio"
Intervistato da gazzetta.it, Antonio Nocerino parla della sua carriera e vita presentando il film che ne ripercorre le orme nel calcio: "Mia madre mi portava spesso a Lourdes. Un giorno le chiesi se Padre Pio mi avrebbe fatto diventare un calciatore, lei rispose di scriverlo su un foglio. 'Tu prega e insisti'. Il resto è storia".
La fede non l’ha mai abbandonata?
"Mai. Mio figlio si chiama Francesco in onore di Francesco Forgione, Padre Pio. Sono andato dozzine di volte a Pietrelcina, la sua città. In carriera ho indossato spesso il 23, il giorno in cui è morto. E quando la Juve mi chiamò in A ero a San Giovanni Rotondo, al santuario. Era l’estate 2007. La mia vita sportiva è un giro di coincidenze".
Il calciatore ha raccontato che, all'età di 18 anni, fu chiamato dall'Avellino in Serie B, grazie all'attenzione di Zeman, che lo notò in una partita che in realtà non avrebbe dovuto disputare. Ha spiegato che, essendo l'anno del diploma, aveva chiesto di saltare un torneo per ripassare, ma il suo allenatore lo aveva convocato lo stesso. In quell'occasione, il "Boemo" (Zeman) era in tribuna e gli disse: "Sarai il nostro centrocampista". Il giocatore confessò di aver pensato: "'Questi sono matti'". Ha concluso affermando che Zeman, pur avendolo reso un calciatore, li "sfondava in allenamento": ha citato in particolare gli esercizi sui gradoni fatti "coi compagni sulle spalle".











