Pinamonti e i ricordi dell'Inter: "A Icardi stavo simpatico, mi portava anche al campo"
Andrea Pinamonti, attaccante del Sassuolo, nei giorni scorsi ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio e nelle ultime ore è stato pubblicato un altro spezzone, riguardante la sua parte di carriera trascorsa all'Inter. E che comincia con lo speciale rapporto che aveva con un altro centravanti: "Icardi soprattutto mi aveva preso, non so se c'era un motivo in particolare, se gli stavo simpatico, non lo so, ma mi aveva proprio protetto e aiutato in tutto. Non mi aveva proprio ospitato a casa sua, però in pratica di fronte a casa sua aveva un appartamento che era suo, che usava per i parenti, per gli amici e in quel momento ce l'aveva libero e io non riuscivo a trovare casa e mi aveva ospitato per due o tre settimane senza chiedermi nulla".
Non solo, racconta ancora Pinamonti: "Mi portava al campo perché non avevo la patente quindi ogni mattina mi arrivava un messaggio con scritto 'Pina scendi' e io scendevo, mi portava al campo, mi riportava. Ricordo aveva provato anche a fare la spesa una volta, a me non sembrava neanche vero". Non era facile nemmeno andare a fare la spesa: "Lui era abituato quindi sapeva gli orari di punta andava in quelli dove c'era meno gente però comunque fare la spesa che magari ci vuole 20 minuti con lui ci mettevi un'ora e venti, un po' di più, però era veramente un ragazzo straordinario. Era un bellissimo periodo, ho veramente bellissimi ricordi".
Più in generale sulla sua storia all'Inter, prosegue e conclude Pinamonti: "Ovviamente quando un giovane si affaccia alla prima squadra, e una in particolare come l'Inter, quindi piena di campioni, almeno io ero proprio entrato in punta di piedi, e ho tanti ricordi. Ad esempio eravamo a pranzo, avevo l'acqua che era quattro posti più in là, piuttosto che chiedere 'passatemi l'acqua'. perché c'era quella forma di rispetto che secondo me è anche giusta quando un giovane arriva in prima squadra. però devo dire che oltre questo sono stati tutti veramente, più erano forti i compagni, più erano anche comprensivi con i giovani, aiutavano i giovani".













